In una difficilissima fase di ripartenza per il settore musicale e’ indispensabile rivedere le oramai superate norme sul Tax Credit per il settore musica.
Una norma che ad oggi ha solo premiato le grandi concentrazioni con numeri non piu’ realizzabili dalle medie, piccole e micro imprese della nuova musica indipendente ed
emergente italiana, le realta’ che fanno scouting e scoprono i nuovi talenti della musica e che stanno al passo con i numeri e i dati del mercato attuale.
AudioCoop, l’associazione di editori ed etichette discografiche indipendenti a tutela dello sviluppo del Made in Italy musicale con 250 associati, propone di facilitare la realizzazione delle domande con il massimo di autocertificazioni a responsabilita’ di chi realizza la domanda, aprendo a tutte le produzioni e autoproduzioni musicali, per diminuire la burocrazia che ha un costo insostenibile per le piccole realta’ musicali, di portare a livelli di realta’ i dati del mercato musicale attuale portando a fare entrare nel Tax Credit Musica fino alla piu’ piccola realta’ che realizza almeno 300 copie su supporto fisico e a 100 mila ascolti in streaming cancellando totalmente il download che non rappresenta piu’ alcun tipo di mercato essendo oramai un mercato morto. A tali dati va aggiunta la possibilita’ per il Tax Credit Musica di inserire tutti i costi relativi alla produzione compresi anche quelli di promozione, marketing e comunicazione aprendo a tutte le realta’ musicali nazionali dalla piu’ piccola a quella piu’ grande, escludendo le multinazionali con sedi all’estero. Infine, aumentati i fondi portandoli almeno a 50 milioni di euro. Identico percorso deve essere fatto per gli sgravi fiscali per i videoclip, oramai riconosciuti opera d’arte cinematografica e che devono trovare un circuito di distribuzione attraverso un modello di tv pubblico-privata come It’s Art tv con un accordo con le piccole realta’ musicali.
In tal senso vanno anche riaperti i bandi per i ristori anche per il 2022 , riparando anche la chiusura di Capodanno, per gli editori e produttori discografici indipendenti per le sole medie, piccole e micro imprese italiane – si segnala che l’ultimo bando ha premiato per il 70% solo le grosse concentrazioni multinazionali- e per i promoter e organizzatori di eventi musicali – si segnala che anche qui l’ultima graduatoria ha premiato per il 70% pochi marchi multinazionali- puntando al focus di tutelare, sviluppare e fare crescere al massimo tutta la filiera delle piccole realta’ musicali italiane che fanno sciuting e innovazione nel settore, un punto fondamentale per la crescita e lo sviluppo del mercato.
In questa difficile fase di ripartenza che vede arrancare maggiormente, schiacciata dai colossi delle major che si stanno prendendo le maggiori quote dei mercati del live, disco e digitale, tutte le piccole realta’ musicali se tali realta’ non vengono sostenute a dovere si rischia la scomparsa del primo anello di una filiera virtuosa che rischia così di spegnersi per sempre e spegnere cosi tutto il settore nel futuro musicale del nostro paese.