Le commissioni Cultura e Lavoro del Senato hanno unificato in un testo base i quattro disegni di legge di riforma dello spettacolo presentati dai senatori Verducci (Pd), Borgonzoni (Lega), Nencini (Psi-Iv) e Cangini (FI). I relatori Roberto Rampi (Pd) e Nunzia Catalfo (M5S) hanno presentato il testo ed è stato fissato all’1 luglio il termine per la presentazione degli emendamenti.
Il testo base si unificherà con il collegato uscito la scorsa settimana dal Consiglio dei Ministri, una volta che il provvedimento del governo sarà arrivato a Palazzo Madama. Questa unione è fondamentale per diverse ragioni: innanzitutto dà garanzie sui tempi, perché il collegato ha priorità di approdo in Aula; inoltre un collegato del governo ha già la certificazione della Ragioneria dello Stato e quindi mette al riparo da “sorprese” quando si dovranno verificare le risorse previste.
Il collegato, però, è anche un provvedimento impostato sulle deleghe. Quindi sarà inevitabile l’avvio di una trattativa con il governo per delineare diversi aspetti: quali deleghe spettino all’esecutivo, se togliergliele tutte oppure lasciargliele definendo comunque nel dettaglio cosa debbano contenere. Senza dimenticare che i tempi delle deleghe possono anche arrivare a 12 mesi. Insomma, si aprirà una fase di confronto per trovare un punto di caduta tra i due testi.
Bisognerà anche vedere l’accoglienza che il settore dello spettacolo riserverà al testo prodotto dalle commissioni del Senato. Alcune sigle del comparto, infatti, hanno già criticato la soluzione dell’autoversamento prevista dal ddl Verducci con l’idea di garantire, anche a quei lavoratori che non sono assunti, la possibilità di avere una copertura pensionistica: la soluzione dell’autoversamento – denunciano – favorirebbe ancora di più forme di elusione.
Al momento, comunque, nelle commissioni Cultura e Lavoro il clima è “ottimo” assicura ad AgCult il relatore Rampi che sottolinea: “E’ la prima volta che formalmente abbiamo incardinato un testo completo che riguarda i lavoratori dello spettacolo. Chiaramente è un testo base, quindi ci sarà una fase emendativa durante la quale si dovranno fare delle scelte e potranno emergere eventuali divergenze. Nel frattempo il governo studierà il testo per vedere come incrociarlo con il suo collegato”.