Di Francesca Amodio
One Dimensional Man, “You don’t exist”
(La Tempesta International/Goodfellas, 2018)
Se c’è una risposta artistica a un certo qual tipo di anticonformismo sterile e modaiolo, la risposta la danno dischi come “You don’t exist” di Pierpaolo Capovilla e soci, al secolo i grandiosi One Dimensional Man, nell’attuale formazione che vede Franz Valente alla batteria e Carlo Veneziano alla chitarra.
Undici tracce in inglese che sfuggono meravigliosamente a più tentativi di ingabbiamento sonoro vanno a costituire un disco in cui ogni sfumatura del rock è declinata in maniera caleidoscopica: il sound degli One Dimensional Man, che tornano dopo sette anni dal precedente lavoro in studio, si è egregiamente evoluto pur facendo in modo che rimanesse ben salda l’identità di un suono grezzo e creativo, esplosivo, un caotico caos ragionato sena esclusione di colpi alcuna.
Il quid in più sono i testi di Capovilla, sempre estremamente attuali, sentiti, credibili, storici, moderni, politici, contemporanei, la trasposizione in musica di un collage psichedelico di Mimmo Rotella.
Tracce migliori: “In substance”, “No friends”, “The American Dream”
Voto: 8,5
Francesca Amodio
Gibilterra, “Alcune piccole verità”
(Autoproduzione, 2018)
“Alcune piccole verità” è l’esordio discografico del duo Gibilterra, al secolo Riccardo Ruggeri, voce del progetto, e Martino Pini, chitarrista, una coppia agli inizi ma già piacevolmente assortita.
L’Ep infatti si compone di cinque tracce in italiano fondamentalmente pop, in cui però la voce della band si trasforma in un cantastorie poliedrico che nonostante la leggerezza e la sensazione di soavità che pervade tutto il lavoro, riesce a raccontare anche con intensità ed originalità spaccati di vita quotidiana e quindi universale.
È un disco di confluenza delle varie, diverse e precedenti esperienze musicali dei due e si sente, diventando questo un valore aggiunto del lavoro in questione, in cui un cantautorato eterogeneo, ben scritto, e un sound che si sforza di essere più ampio e meno ghettizzato possibile, alla fine scavalca l’ostacolo dell’emulazione per ritagliarsi uno spazio prolifico di creatività, che lascia ben sperare anche per le future evoluzioni della band.
Tracce migliori: “Prendimi”, “Maledetto”
Voto: 7,5
Francesca Amodio