I Cosmedia nascono nel 2020 dall’incontro tra Gianluca Alterio (batteria), Antonio Bosco (tastiere, seconda voce), Mario De Vita (voce, basso) e Giuseppe Pilato (chitarra). Attraverso la musica e le parole, la band ci guida in un viaggio emozionale che esplora il profondo sentimento di inadeguatezza che spesso accompagna le dinamiche relazionali. In questa intervista, scopriremo il loro disco d’esordio “Dal Momento Che” pubblicato da Overdub Recordings
Raccontateci del processo creativo del nuovo album “Dal momento che”. Come avete lavorato insieme per scrivere le canzoni e creare gli arrangiamenti?
Per le canzoni di quest’album, l’idea di fondo è nata quasi sempre da un processo di scrittura individuale (con l’eccezione di alcuni brani come Puzzle o Marzo ed Io), sia per quanto riguarda la composizione dei testi che per l’armonia di base.
In sala prove, però, i brani prendevano davvero forma, perché ognuno lavorava all’arrangiamento in collaborazione con gli altri, portando il proprio bagaglio musicale all’interno della band. Spesso si arrivava al confronto, e spesso questi confronti duravano tantissimi giorni, prima di giungere a una forma definitiva che piacesse a tutti.
Come descrivereste l’evoluzione del vostro suono da “Uno Spiacevole Incidente” all’album “Dal Momento Che”? Ci sono nuovi elementi o influenze che avete introdotto?
In realtà, per i due brani presenti già nel nostro EP che poi sono stati inseriti nel nostro album, vale a dire Magari e Marzo ed Io, non ci sono state sostanziali modifiche. Gli arrangiamenti erano conclusi e ci sembravano quelli definitivi.
Tuttavia, si può notare come il sound del disco sia piuttosto vario, e questo è dovuto anche all’evoluzione musicale che abbiamo messo in atto nei processi di pre-produzione dell’album, o addirittura in alcuni casi, in studio di registrazione.
È come se avessimo imboccato più strade, sempre restando coerenti e fedeli a noi stessi, per capire quale ci emozionasse di più.
“Dal momento che” è un album che affronta temi di crescita, consapevolezza e superamento del malessere. Cosa sperate che i vostri ascoltatori traggano da questo lavoro?
Vorrei che questo album aiutasse le persone a capire che non si è mai sbagliati, inadeguati o inadatti, in alcuna situazione. Non c’è niente di irrimediabile, e allo stesso tempo non esiste niente di sacro: la vita è fatta di scelte, e se qualcosa ci fa stare molto male o non ci fa sentire sereni, la scelta più giusta è interrompere queste situazioni. Ce ne saranno altri migliori in futuro senza ombra di dubbio.
C’è una canzone in particolare del vostro nuovo disco che avete trovato particolarmente significativa o emozionante da creare? Potreste condividerne la storia dietro di essa?
Probabilmente Puzzle. In primo luogo, perché è stata scritta in collaborazione totale, a differenza di altri brani, già a livello di testo, di armonia e di struttura.
Sapevamo tutti di cosa stavamo parlando, di quale sensazione, cioè di quando i nostri problemi che diventano sempre più grandi e ingombranti iniziano a fagocitare anche le cose belle come le relazioni e i rapporti di amicizia. Spesso queste situazioni diventano così impossibili da risolvere anche perché si cerca a tutti i costi di far combaciare due parti che in un certo momento e luogo proprio non vogliono combaciare. Che poi, è anche la copertina del nostro album.
Infine, potete raccontarci come vi sentite ora che il vostro album è finalmente disponibile per il pubblico? Quali sono le vostre aspettative per il futuro?
Considerato tutto il lavoro che è stato fatto dietro la realizzazione di questo album, siamo molto emozionati. Sentire le persone darci opinioni sulle canzoni, sentire che ognuno ha la propria preferita, vedere che hanno fatto loro un album in cui abbiamo messo tanta energia e passione, è davvero unico. Vuol dire che siamo riusciti nell’intento di regalare alle persone della musica che possono interiorizzare, e con cui provare emozioni. Questo è impagabile. L’aspettativa per il futuro è di continuare a trasmettere qualcosa alla gente, qualcosa di autentico, e farlo in maniera sempre più intensa.