Questa settimana con…
Prendiamo spunto da un’area di circa 2000 km² tra Egitto e Sudan che in realtà non vuole nessuno. Si chiama Bir Tawil ed è questo il moniker che Carlo H. Natoli e Dario De Filippo danno al loro progetto di contaminazione e ricerca, di suono apolide e destrutturato, di evasione da ogni tipo di conformismo. Un disco come “In Beetwen” racchiude in se un mondo difficile da confinare dentro una semplice chiacchierata di pochi minuti. Un altrove sonoro e lirico dentro cui sentirsi tutti privi di confini, politici, geografici e temporali. Libertà assoluta…
Prendiamo spunto da un’area di circa 2000 km² tra Egitto e Sudan che in realtà non vuole nessuno. Si chiama Bir Tawil ed è questo il moniker che Carlo H. Natoli e Dario De Filippo danno al loro progetto di contaminazione e ricerca, di suono apolide e destrutturato, di evasione da ogni tipo di conformismo. Un disco come “In Beetwen” racchiude in se un mondo difficile da confinare dentro una semplice chiacchierata di pochi minuti. Un altrove sonoro e lirico dentro cui sentirsi tutti privi di confini, politici, geografici e temporali. Libertà assoluta…
E restando sul tema di evasione spulciamo nel suono e nelle liriche di N.o.D.o. acronimo di 4 parole come Nobody Outer Dervish Over, 4 allegorie per rappresentare proprio un disallineamento verso strutture di conformismo e di capitalismo globale. Un primo singolo come “Infinite Jest” dentro cui vive anche la voce di Paolo Benvegnù come ospite speciale. E il riferimento al celebre romanzo di Wallace non sarà un caso… visto anche il bellissimo video a corredo che troviamo in rete…
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