“Come Non Fossi Qui” è il titolo del nuovo EP di MATTIA CAROLI & I FIORI DEL MALE, pubblicato lo scorso 26 febbraio e prodotto da Leo Pari (The Giornalisti) e Alessio Festuccia. La band affronta temi come l’amore, il viaggio e l’inconscio in questo nuovo progetto e trae ispirazione dai tanti concerti fatti all’estero. L’EP non a caso è stato registrato tra Roma, Berlino e Londra. Abbiamo avuto il piacere di intervistarli per Mezzogiorno in Musica Indie a cura di Ivana Stjepanovic
1.Ciao Ragazzi! Ci raccontate cosa significa fare musica per voi e c’è un momento particolare che vi rappresenta di più?
Ciao a tutti! Beh la domanda non è scontata… fare musica per noi prima di tutto è una necessità, è una passione che ha radici sin dall’infanzia e che è stata poi approfondita e portata avanti lungo il corso degli anni. Da sempre crediamo che la musica sia anche un mezzo per conoscersi di più, per conoscere se stessi, uno strumento di analisi, in quanto l’arte ha sempre avuto come presupposto psicologico una discesa nel mondo del “vero”, del “sacro”.
2.Cosa ci dobbiamo aspettare dal vostro nuovo EP “Come non fossi qui”? E, come è stato collaborare con Leo Pari per questo vostro progetto?
Sicuramente è una novità dal punto di vista stilistico. Eravamo curiosi di sperimentare nuove sonorità: volevamo un sound forte per descrivere qualcosa di forte, il folk non ci bastava e con l’aiuto di Leo Pari il sound è emerso spontaneamente. Con lui abbiamo apportato sonorità prettamente elettroniche, mantenendo gli elementi che da sempre ci caratterizzano come l’uso della sezione fiati. È stato molto divertente ed è stata un’evoluzione che ha coinvolto sia Leo che noi; dopo diversi approcci iniziali, siamo arrivati alla fine a realizzare qualcosa che ci ha soddisfatto pienamente, è stato un parto collettivo!
3.Viaggiare per così tanto tempo quanto ha influenzato il vostro stile e sound? Quali sono i luoghi e gli artisti che vi hanno ispirato maggiormente per questo nuovo lavoro?
Per quanto riguarda i luoghi, indubbiamente, Roma, Londra e Berlino sono state fondamentali poiché sono i luoghi che hanno visto la nascita del sound dei nuovi brani. Indubbiamente questi anni di tournée europee ci hanno portato a confrontarci con molti artisti provenienti da tutto il mondo con cui abbiamo avuto il piacere di condividere i palchi e ciò ha portato anche ad un confronto musicale. Bisogna essere sempre aperti all’ascolto, per cui, inevitabilmente, ti ritrovi poi ad elaborare, anche inconsciamente, tutte le suggestioni che ti hanno più colpito. Inoltre per le sonorità ci siamo ispirati anche al sound di gruppi internazionali come Depeche Mode, Arcade Fire, Baustelle, Alt-J, solo per citarne alcuni.
4.Il vostro primo album è interamente in lingua inglese e in questi ultimi anni avete suonato tanto in giro per l’Europa. Come mai, questa volta, avete scelto di scrivere per la prima volta in italiano?
Anche qui il motivo si deve alla voglia e alla curiosità di sperimentare nuovi orizzonti. La lingua inglese ci ha permesso di avere un riscontro che superasse i confini nazionali e di portare la nostra musica in giro per il mondo, cosa che difficilmente sarebbe potuta accadere se non ci fossimo dati questo stampo internazionale. In questo nuovo EP abbiamo voluto mettere in musica testi scritti anche nella nostra lingua madre, se non altro lo dovevamo a tutti i nostri fan che ci seguono da qui.
5.Quali sono gli artisti più interessanti che avete incontrato nella vostra carriera musicale e con chi vi piacerebbe fare un featuring?
Sarebbe impossibile elencarli tutti… in ogni caso abbiamo sempre cercato di coinvolgere nel nostro progetto altri artisti incontrati lungo il percorso: nel nostro primissimo EP Every Giro Day, ad esempio, abbiamo collaborato con un cantante austriaco, nome d’arte N.I.K.O, oppure nell’album Fall From Grace con il jazzista Marco Collazioni, nostro grande amico venuto a mancare lo scorso 4 gennaio, e Raffaello Simeoni, grande polistrumentista. Per quanto riguarda l’ultimo EP è presente una traccia (Next time) nata dalla collaborazione con Nate Kantner, cantautore americano con sede a Perugia.
6.Progetti /obiettivi futuri?
Purtroppo è difficile riuscire a progettare in questi mesi di lockdown. Non possiamo che augurarci di tornare presto sui palchi a cantare e ballare con i nostri fan.
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