♪ PAREIDOLIA MUSICALE ♪
Rubrica a cura di Andrea Gioè
- Raccontaci brevemente chi è Elena Cataneo.
Elena è una soulsinger, una cantautrice, una produttrice, una scrittrice… una fucina di idee artistiche a molti livelli. Ha passato tutta la sua vita nella musica: a studiare, cantare, perfezionarsi, viaggiare, scrivere, produrre, suonare…
- Per la playlist AIA Artists for Spotify ci hai proposto “360° (Soundtrack)”.
Cosa significa per te questa canzone? Quando l’hai composta? Che risultati hai già ottenuto? Dove desideri possa arrivare?
Questa canzone è nata in seguito all’uscita del mio primo romanzo “L’Avvento della Magia – Origini”, un urban fantasy edito da BlueBerry Fantasy Edizioni. Ho sentito l’esigenza di creare qualcosa che unisse le mie arti, quella più recente della narrativa alla mia primaria musicale, in modo da accompagnare il lettore non solo attraverso uno stile di narrazione molto incalzante e contemporaneo, ma anche grazie a una sonorità di riferimento. L’ho composta poco tempo fa, due o tre mesi fa, se non ricordo male, ed è appena uscita, quindi i risultati ancora sono minimi.
Posso dire che vorrei ottenere il disco d’oro? O sono troppo ambiziosa? Una Pareidolia nel corridoio di casa mia?
- Per quale buona ragione la gente dovrebbe ascoltare e acquistare la tua musica?
Una buona ragione? Sono sempre me stessa, ho lottato per esserlo, nel bene e nel male, in un mondo pieno di gente che segue solo il mercato, “ciò che vende”.
- Sei mai stata definita la copia di qualcuno?
Oh sì, penso sia anche normale che accada. Alla gente serve catalogare la realtà, hanno bisogno di trovare una collocazione.
Assomigli a… mi ricordi… E giù nomi come Mariah Carey, Whitney Houston, Faith Evans, Giorgia, Elisa…per carità, tutte grandi artiste!
Ma allo stesso tempo mi hanno anche detto che mi si riconoscerebbe tra mille, che sono unica nel mio genere.
- Quanto contano veramente per te le tue canzoni?
È un’esigenza, una necessità, un modo di esprimermi, per me che sono molto riservata e timida (Eh, sì, lo sono). Ho cominciato a cantare perché non conoscevo altro modo per comunicare (la leggenda racconta che già a 9 mesi…), ho cominciato a scrivere da piccolissima per la stessa ragione. Sono estensioni di me.
Contano tantissimo. Se vuoi conoscere Elena, ascolta le sue canzoni.
- Sai cos’è la Pareidolia? Mentre stai rispondendo a questa intervista, alza gli occhi al cielo (guarda fuori dalla finestra) e dimmi cosa vedi?
L’Uomo della Pubblicità dei Marshmallow dei Ghostbusters, quello vestito da marinaio che distrugge la città. È preoccupante?
- Se dovessi definire le tue canzoni come figli, potresti dire di avere un figlio prediletto?
In questo momento ti direi SeF (Sporchi è Fragili) tra tutti, ma anche 360° (Soundtrack) ha un posto prediletto, perché, come già spiegato, nasce in e da un contesto particolare, dove le mie arti si incontrano (e mi piacerebbe farlo anche per la fotografia e la pittura astratta. Per la danza, beh… non mi alleno da molto, quindi evitiamo troppe brutte figure!)
Non escludo possa venir fuori un prediletto nelle ultime produzioni (e forse ce n’è già uno, forse più di uno. Vi confondo!).
- Quanto è versatile la tua voce?
Oddio, non saprei. Potrei provare a cantare un’aria di un’opera del Gianni Schicchi di Puccini, per esempio, perché ho studiato per anni la tecnica classica, ma non avrò mai la potenza di una cantante lirica. Potrei anche cantare una Sophisticated Lady, ma non sarà mai perfettamente “standard jazz”, per quanto io adori il jazz. Potrei anche provare il rock, magari alla maniera di Skin o Linda Perry, ma ci sarà sempre del soul a contaminare il genere.
Però posso studiare ulteriormente per essere al meglio delle mie possibilità, questo sì, questo mi è semplice.
- In passato ho avuto il piacere di apprezzare il tuo talento con “SeF (Sporchi e Fragili)” e “Come quando fuori piove”. Ti va di raccontarci qualche aneddoto su queste due hit?
Volentieri!
SeF è nata in camera mia, letteralmente. Eravamo in lockdown. Mario Mellz, poco dopo esserci rincontrati, mi mandò un’idea di strumentale e io buttai subito giù, nel giro di neanche una giornata, melodia e testo, dicendogli: senti se ti piace, non fare caso alle imperfezioni, bisogna ricantarla.
Non l’ho mai ricantata. Mario ha fatto i miracoli con la registrazione che avevamo, perché, secondo lui, a rifarla si sarebbe persa tutta l’intenzione iniziale.
Per Come Quando Fuori piove invece abbiamo girato il video grazie a un regalo di una mia grande amica, Elisa. Siamo partiti da un’idea e ci siamo ritrovati a montare immagini che si sono rivelate un inno a Rimini. Ho contattato il Comune per farglielo notare e loro mi hanno risposto gentilmente che era bellissimo, ma collaborano solo con progetti già impostati/preparati etc etc.
È bello quando la tua città ti sostiene!
- Se dovessi definirti con un genere musicale, che genere d’artista sei?
Un’artista Urban, inteso come tutto il mondo sonoro contemporaneo della black music. Non credo ci sia altro modo per definirmi, anche se qualcuno mi direbbe che sono molto più poliedrica e attenta anche ad altri stili.
L’r&b, il soul, il jazz, il gospel, l’hip hop… è qui che mi sono sempre riconosciuta e nella mia musica si sente, salta subito all’orecchio. Ma questo non vuol dire che mi precluda altre sonorità e non cerchi di unire più mondi in uno solo, come con il “cinematic” di 360°.
- Qual’è stata l’esperienza musicale più figa che hai vissuto in tutta la tua carriera?
Ovviamente il Festival di Sanremo! Senza togliere niente al resto, il festival è una sorta di grande baraccone, intenso ed emotivamente coinvolgente, quasi fin troppo.
È stata una grande emozione, anche perché ero molto giovane è non era certo nei programmi riuscire a calcare quel palco, non in quel momento e non così presto. L’ho vissuto come un grande divertimento, neanche fossi nel paese dei balocchi. Ho imparato tanto e ho affrontato quella grande opportunità col mio solito spirito positivo, senza giudizi, invidie e falsità.
- Qual’è stato il tuo rimpianto artistico più grande?
L’unico è non avere avuto una vera, seconda possibilità nella discografia. Hanno dato la colpa al mio carattere, alla mia timidezza, alla mia testardaggine o al fatto che avessi deciso di seguire, molto giovane, un certo percorso musicale, piuttosto che al fatto di avere un team che non seppe gestire l’improvvisa opportunità.
Non mi pento di queste scelte. Decidere di affrontare la discografia e la strada della produzione in maniera autonoma, da indipendente appunto, mi ha insegnato molto. Ho dovuto imparare a fare da sola, prendendo il meglio da chiunque mi accompagnasse nel percorso; mi ha dato l’opportunità di aumentare le mie skills e mettermi sempre in discussione, per migliorare continuamente. Ancora oggi.
- Ho notato che i tuoi brani in coppia con Mario Mellz hanno una certa chimica. Qual’è il vostro segreto artistico di tale successo e libidine all’orecchio dell’ascoltatore?
Posso provare ad analizzare: abbiamo la stessa concezione della musica, ci piacciamo come artisti e questo aiuta, ci mettiamo al servizio del pezzo nello stesso modo, con rispetto e attenzione, senza sovrastare l’altro. Cerchiamo di unire le nostre sonorità perché suoni tutto al meglio. Da questa azienda (BuCa Dischi) non esce mai nessuna schifezza (ahahaha).
- Artisticamente parlando, cosa ti ha fatto più incazzare in questi anni?
Molte cose, tante, troppe, fino a che non ho imparato ad essere zen.
C’è un abbassamento culturale e musicale imbarazzante. C’è la corsa allo streaming, alle visualizzazioni, ai followers… senza alcun rispetto per la musica. C’è un totale disprezzo della gavetta, necessaria per imparare la “professione” e, purtroppo, bisogna ringraziare i talent per questo, con tutto ciò che ne consegue. Ci sono troppi giovani artisti in analisi (ho letto una miriade di articoli a riguardo), sogni infranti, una generazione di adolescenti improvvisati. Alcuni di loro si metteranno a studiare (buon per loro), altri, i più numerosi, sentiranno il peso della sconfitta sulle spalle e smetteranno, con un senso di vuoto allo stomaco.
Se non fai la gavetta prima e non studi prima, ti tocca farlo dopo, c’è poco da fare. La vita è fatta di cicli e di esperienze e se non le vivi nel momento giusto tocca farlo più avanti.
Ne so qualcosa a riguardo.
- Nel cassetto dei tuoi sogni ci stanno tre duetti. Se potessi dargli un nome, a quale artista preferito li attribuiresti?
Questa è difficile! Mh, vediamo…
Hans Zimmer: per unire il cinematic, il mondo delle colonne sonore, con l’R&B e il soul.
Common: il mio rapper preferito in assoluto.
Metto anche un nome italiano e ti stupisco:
Michele Zarrillo: è il Brian McKnight della musica italiana.
- Chi è il tuo fan più fedele e sincero?
Uh, beh… più di uno, direi. Tralasciando la mia famiglia, Mario Mellz, in primis. La nostra storia è davvero particolare, bisogna dirlo, e nei 20 anni che non ci siamo più visti né sentiti ha continuato a cercarmi nella musica. Più fan di così!
Ed Emiliano, che mi segue dai tempi di Sanremo e ha sempre, sempre creduto in me, sempre.
- Eventi e progetti futuri ne abbiamo?
Certo che sì! Io e Mario Mellz stiamo lavorando a un progetto molto interessante, iniziato questa estate, su delle sonorità alternative che daranno una ventata di aria fresca e novità a questa italia piena di cuccioli di trapper.
In più stiamo lavorando su dei live un po’ fuori dalle righe, e non vediamo l’ora di metterci all’opera, al contatto col pubblico. Tutto repertorio originale, il nostro.
Per quanto riguarda la narrativa, sto finendo il secondo volume dell’Avvento della Magia, sperando di farlo uscire al più presto, e sono alle prese con nuove storie da raccontare.
- Manda un saluto speciale a tutti i lettori del MEI e dicci dove possiamo trovarti e ascoltarti.
Segui il tuo intuito, abbi spirito critico, metti originalità nelle tue creazioni e sii indipendente, sempre, nell’animo, nel cuore, nella mente. Abbiamo una grande missione, noi artisti: far pensare! Ciao, Lettore del MEI!
Mi potete trovare su:
Instagram: @elenaeileencataneo
Facebook: https://www.facebook.com/elenaeileencataneo
Spotify: Elena Cataneo
Web: www.lavventodellamagia.com
Scrivetemi, condividetemi, ascoltatemi!
360°(Soundtrack) di Elena Cataneo è presente in AIA Artists for Spotify Vol.5 https://open.spotify.