Ciao! Presentati ai lettori del MEIWEB:come nasce la tua passione per la musica e come sono stati tuoi inizi?
Appartengo ad una generazione cresciuta a pane e MTV, con una quantità dei musica e generi a disposizione da perderci la testa. Così a 8 anni, già infarcito di ascolti, ho imbracciato la chitarra di mia madre, poi il la batteria, il basso. Poi, passo dopo passo, ho capito chi sono e qual è la mia direzione. E da quella consapevolezza, con la consapevolezza dei trent’anni, è nato caspio.
Come è nata l’idea per il tuo ultimo singolo “Bilico”?
“Bilico” racconta una storia comune, dinamiche già viste. È la storia di una coppia che non riesce ad uscire da un gorgo di dinamiche che la stanno avvelenando perché un affetto malato e la paura della solitudine ritardano la scelta inevitabile di lasciarsi. Non è la mia storia. Però può essere la storia di chiunque. Pensate che il giorno dopo la pubblicazione mi ha scritto un sacco di gente pensando parlassi di loro.
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Quali sono le tre canzoni che ascolti spesso in questo ultimo periodo?
The National con “Quiet Light”. “E poi finisco per amarti”, Il nuovo singolo di Motta. “Appartamento” di Venerus con Frah Quintale.
Ci descrivi la tua musica con tre aggettivi?
Intergenerazionale. È il motivo per cui uno dei temi che mi sta più a cuore è quello del tempo. Perché il tempo che passa, passa per tutti. Il tempo è intergenerazionale. Come può esserlo la musica.
Libera. La mia musica è libera da cliché, da stereotipi, dalle convenzioni. Non faccio musica per farla piacere, ma solo perché piace a me.
Sperimentale. Sempre alla ricerca di suoni, di idee nuove. Alla ricerca di cambiamento, di strade nuove, per evolversi sempre.
Progetti futuri?
Con “bilico” ricordo al pubblico che ci sono, che quella parte di cervello dedicata alla musica va a mille. A presto notizie, magari di un disco
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