Ciao, come descrivereste il vostro percorso musicale finora?
Ciao. Un’epopea! Scherzi a parte, un percorso molto intenso da un punto di vista di storia personale.
Qual è il messaggio principale che volete trasmettere con “Cave”?
L’accettarsi per quello che si è, il non nascondere le proprie fragilità, soprattuto gli uomini vittime della mascolinità tossica.
Come è cambiato il processo di composizione musicale per questo nuovo brano rispetto ai vostri lavori precedenti?
Ci siamo presi sicuramente più libertà. Ce ne siamo fregati delle regole di scrittura, diciamo così, “pop” usando una linea di basso semplice e ossessiva, dando più spazio alla batteria, che per la prima volta è diventata un arrangiamento: nel brano infatti ne abbiamo registrate due, simili nel portamento ma con inserti e fill diversi, a incastrarsi l’una sull’altra in un crescendo continuo fino all’esplosione finale.
La vostra musica spesso esplora tematiche introspettive ed emotive. Da cosa deriva questa scelta tematica?
Ci è sempre piaciuto farlo. Per noi la musica ha una valenza liberatoria, serve per tirare fuori cose di cui faremmo molta fatica a parlare in altri ambiti. Le buttiamo fuori così.
Quali sfide avete affrontato durante la realizzazione del video “Cave”?
Sicuramente il poco tempo a disposizione e il dare un’idea precisa del mondo che volevamo evocare. Da questo punto di vista, lavorare con una videomaker giovane ma molto ispirata come Licia (Adornetto, https://www.instagram.com/stigmata_martyr01/) ci ha aiutato molto, perchè ha perfettamente inteso e realizzato quello che avevamo in testa.
Siete in tour al momento: che cosa porterete nelle prossime date dal vivo?
Essendo ancora in promo disco, porteremo sicuramente “CAVE” nella sua interezza, come stiamo facendo da Novembre. Più una serie di brani tratti da Hold e Promises.