♪ PAREIDOLIA MUSICALE ♪
Rubrica a cura di Andrea Gioè
- Raccontaci brevemente chi è Pillo.
Pillo è Gabriele Sposato e Gabriele Sposato è Pillo. Siamo due facce della stessa medaglia.
Sono un musicista di 29 anni (quasi 30) e fin da quando ero bambino ho pensato che l’unica cosa che mi avrebbe davvero reso felice nella vita sarebbe stato vivere di musica. Quindi è quello che sto facendo. Dopo 15 anni più o meno in cui ho formato varie band raggiungendo anche delle importanti soddisfazioni personali ho deciso di continuare sulla mia strada, così da non dover dipendere più da nessuno.
- Per la playlist AIA Artists for Spotify ci hai proposto “Ignoro (resina)”.
Cosa significa per te questa canzone? Quando l’hai composta? Che risultati hai già ottenuto? Dove desideri possa arrivare?
Questa canzone rappresenta un periodo della mia vita non troppo lontano (circa 4 o 5 anni fa se la memoria non mi inganna) nel quale non riuscendo a fare quello che volevo della mia vita mi stavo lasciando andare un po’ troppo.
Dai risultati ottenuti mi sembra di aver capito che è la canzone che critica e pubblico hanno apprezzato maggiormente finora e non mi riferisco solo agli ascolti delle piattaforme online ma soprattutto ai live, nei quali ormai sono usciti allo scoperto un bel po’ di coristi spontanei dal pubblico 😂
Credo che questa canzone mi rappresenti molto, quindi ho intenzione di lasciarle un posto speciale anche in futuro.
- Per quale buona ragione la gente dovrebbe ascoltare e acquistare la tua musica?
Questa è una domanda molto da venditore ambulante però è anche vero che se uno dichiara che vuole vivere della sua musica in altre parole significa che vuole vendere un prodotto.
Dal canto mio, in tutti i sensi, cerco di essere il più possibile reale. Ho l’impressione che tante persone negli ultimi anni abbiano sentito la necessità di dover mascherare la propria persona, dover far finta di essere qualcosa di “figo” per forza. Io canto me stesso nel mio essere sfigato e nelle situazioni sfigate in cui sono capitato e continuo a capitare e canto la forza di volontà di combattere quella sfiga anche se tutto sembra remare contro. Credo che se qualcuno si rivede anche un minimo in questa situazione, beh allora c’è una buona possibilità che possa apprezzare la mia musica.
- Sei mai stato definito la copia di qualcuno?
Proprio la copia no. Però sai, soprattutto quando sei agli inizi e qualcuno ascolta la tua musica nei primi 30 secondi cercherà di capire cosa gli ricorda ed uscirà la famigerata sentenza “Mi ricordi… “. Fortunatamente però nessuno si è mai spinto oltre. È anche vero che viviamo in un’epoca in cui è stato già fatto/provato di tutto. Tra le due a quel punto meglio un’ispirazione istintiva ed inconsapevole che un copiare intenzionale.
- Quanto contano veramente per te le tue canzoni?
Le mie canzoni sono la mia vita quindi direi tanto. Qualsiasi emozione o sensazione che ho provato da quando ho circa 12/13 anni è stata racchiusa all’interno di una canzone (si, ho taaaaanto materiale scritto in passato che non ha mai visto la luce) quindi rappresentano come un databook di tutta la mia esistenza. - Sai cos’è la Pareidolia? Mentre stai rispondendo a questa intervista, alza gli occhi al cielo (guarda fuori dalla finestra) e dimmi cosa vedi?
Preferisco essere sincero. Non conoscevo la parola ma l’ho cercata ed è una cosa che mi capita tantissimo. Però purtroppo oggi il cielo è completamente coperto di nuvole e non da spazio a figure.
- Se dovessi definire le tue canzoni come figli, potresti dire di avere un figlio prediletto?
No, in realtà non mi piace metterle a paragone in questo modo. Come si evince dalla risposta di prima tutte hanno una loro importanza.
- Quanto è versatile la tua voce?
Mi piace cantare cose diverse e questa variazione di stile si riflette sulla voce.
A dire il vero ho iniziato a cantare per necessità. Avevo tante cose da dire ed ero stufo di dover aspettare un cantante che avesse la voglia e la passione che ho io. Però negli anni ho imparato ad apprezzare la mia voce. Anche se in futuro forse prenderò delle lezioni.
- Qual’è stata l’esperienza musicale più figa che hai vissuto in tutta la tua carriera?
Non saprei sceglierne una sola. Sono stati tanti i concerti nei quali mi sono sentito talmente vivo da scoppiare. Di sicuro se esiste un’esperienza più figa era comunque su un palco.
- Qual è stato il tuo rimpianto artistico più grande?
Diciamo che esiste una situazione che è stata un rimpianto per degli anni ma considerato quello che sto vivendo adesso forse era necessario. Lo scioglimento dell’ultima band da me formata, I Dirty Stuff, mi fece stare molto male e a volte penso cosa sarebbe potuto diventare quel progetto in tutti questi anni. Però ripeto, non sarebbe nato Pillo senza quella esperienza probabilmente. E ci tengo a precisare di essere rimasto in ottimi rapporti con i ragazzi, che anzi saluto e abbraccio.
- Nel cassetto dei tuoi sogni ci stanno tre duetti. Se potessi dargli un nome, a quale artista preferito li attribuiresti?
Ci sono tanti artisti italiani che amo e che vorrei un giorno incontrare. Così su due piedi direi Samuel dei Subsonica, Piero Pelù e Cosmo.
- Chi è il tuo fan più fedele e sincero?
Ho alcune persone che mi seguono dal giorno zero: innanzitutto la mia famiglia, mio padre, mia madre e mia sorella.
Ma ho anche la fortuna di avere dei buoni amici, alcuni dei quali mi sostengono da anni.
- Eventi e progetti futuri ne abbiamo?
Beh in realtà a breve farò un annuncio sui miei social. Per il momento posso dire che saranno previste altre date nel resto del 2022.
- Manda un saluto speciale a tutti i lettori del MEI e dicci dove possiamo trovarti e ascoltarti.
Grazie mille ragazzi è stato un piacere e un onore.
Vi ringrazio io tanto per questa splendida intervista. Potete trovarmi un po’ su tutti i social, basta cercare Pillo e stare attenti a non incappare in qualche artista spagnolo o sudamericano (esisteva anche un gruppo post-punk argentino chiamato i Los Pillos 😂❤️)