Esordio discografico per il trio elettroacustico partenopeo dei Bia Rama, che abbiamo largamente conosciuto con il singolo “Atoms” che ha anticipato tutto questo lavoro. Elettronica, rock, pop, sonorità che pescano dal jazz e la sperimentazione che lambisce quel bisogno di incontro tra dialoghi e direzioni diverse. “Mad Balance” significa anche questo, incontro e scontro al fine di giungere ad un equilibrio diverso, nuovo, ostile per alcuni aspetti, decisamente interessante per molti altri. Un lavoro che sottolineiamo con piacere e gusto e che testimonia quanto sia florido l’altrove delle nuove scritture della scena indie italiana.
Alterazione del normale per arrivare a nuove forme. Io l’ho letta così la vostra musica. Che ne dite?
Innanzitutto salve a voi del MEI web e grazie per quest’intervista. Il germe del nostro progetto è nato proprio nel modo da voi descritto, cioè alterando un oggetto artistico già vivo. Prima in duo, con il pianoforte di Biagio Capasso e la voce di Mara Scippa, sono nate le prime spinte a lavorare a dei brani editi che stimolassero la fantasia di questi due musicisti. Successivamente si è unito a questo gioco Raffaele Barbato, con la batteria e l’elettronica, adducendo differenti punti di vista a quello che sarebbe stato il risultato di influenze, studi e ragionamenti musicali su dei brani editi come “3 Libras” degli A Perfect Circle, oppure “Mad World” dei Tears fo Fears e altri che potete trovare sul nostro canale YouTube. Stilisticamente abbiamo portato avanti questo tipo di “operazione” per diversi motivi. Innanzitutto perché ci ha dato modo di studiare tanto e sopratutto spronati a trovare soluzioni musicali differenti, non scontate, che ci hanno aiutato a trovare la nostra personale identità musicale. Poi, come ci avete fatto notare, manteniamo questo tipo di atteggiamento anche durante la produzione di brani inediti. Nonostante tutto la nostra è una formazione di tipo acustico, i nostri brani nascono in un ambiente sonoro di quel tipo, quindi con una melodia alla voce che viene accompagnata dal pianoforte, mentre la batteria si occupa della ritmica. Successivamente poi, durante l’arrangiamento del brano, “alteriamo” il materiale musicale per dargli una differente linfa sonora e ci spingiamo nel cercargli differenti colori, interpretazioni e sopratutto suoni. Questo è stato sicuramente il nostro modo d’agire sui brani inediti di questo EP, nel prossimo periodo non sappiamo cosa succederà.
Infatti, l’omaggio ai Coldplay sembra davvero far questo… una dimensione di “Jazz” e di improvvisazione che poi in realtà è ben misurato. Come nasce questo progetto?
Il progetto nasce proprio dalla dinamica da voi descritta. Prima di tutto abbiamo spontaneamente lavorato a delle canzoni edite, come quella su citata dei Coldplay, con l’intenzione di rielaborarle, de-costruendole e provando a vestirle di un nuovo abito musicale. Così come vi abbiamo risposto nella domanda precedente, che inevitabilmente si riallaccia a questa, questo modo di fare ci ha caratterizzati e stimolati dal principio ed è un pò una nostra abitudine. Cosi come i jazzisti interpretano gli standard che si accingono a suonare, noi facciamo lo stesso con le canzoni di cui fino ad ora abbiamo suonato una cover. Utilizziamo solo lo scheletro della musica su cui vogliamo lavorare, provando a contestualizzarla in un panorama sonoro differente. Da qui e inevitabile dire che di Jazz ne abbiamo studiato e che, così come quando si suona uno standard, cerchiamo sempre di dare un ordine all’improvvisazione che nasce nei nostri brani, utilizzandola con controllo.
E perché proprio la cover dei Coldplay?
Abbiamo scelto la cover dei Coldplay anzitutto perché è un gruppo che adoriamo, ma anche perché “Trouble” nello specifico è un brano che ci emoziona molto e che sentiamo molto vicino. In particolare il significato del testo si collega, in qualche modo, al messaggio che traspare a nostro parere dai brani dell’intero EP: amore e libertà. Vogliamo sentirci liberi di amare e di essere noi stessi, in ogni forma e in ogni luogo, senza compromessi.
Bellissima “Atoms”, che come il resto del disco lascia ampio spazio ad aperture di concetto. Bello anche il corto associato. Ne pubblicherete altri per il resto dell’Ep?
No, abbiamo deciso di non associare nessun videoclip a nessun altro brano di questo Ep, per varie ragioni. La prima è che lavorare ad un video di qualità richiede tempo, idee e soldi, attualmente vogliamo dedicarci solo alla prossima musica che verrà. L’uscita di questo Ep, quindi anche del singolo con annesso video, per noi è un punto e a capo.
Anche il titolo: questa pazze combinazioni che tanto declamate, alla fine secondo voi sono la vera ricchezza?
Siamo convinti che una delle proprietà che adduce valore ad una forma espressiva e artistica come la musica sono le contaminazioni, intese come combinazioni dei vari elementi che prendono parte all’espressione. La storia della musica e dell’arte in generale c’insegna che dalle circostanze più disparate, strane, condivise, multiformi e contaminate sono nate forme artistiche di ampio rilievo, come ad esempio il Jazz. “Mad Balance” è, nel nostro piccolo, un tentativo di proporre il risultato di un ricercato equilibrio musicale tra i tre “eco-sistemi” musicali che compongono il trio. Sicuramente tutto nasce da dei punti in comune condivisi, primo tra tutti la volontà di stare insieme. Ci siamo accorti poi che la vera difficoltà è stata trovare il bilanciamento necessario per dar vita ad un’espressione condivisa, che però porti con se, in maniera decisa, ognuna delle tre diverse identità musicali.
Questo è per noi “Mad Balance”, le combinazioni che gli hanno dato forma sono sicuramente parte imprescindibile della sua natura e, perché no, anche una sua ricchezza.