L’avevamo ampiamente anticipato con il video e ora, come promesso, eccoci ad indagare la voce e la penna del cantautore romano Marco Achtner. Da circa un mese in radio il suo nuovo singolo “Dormi bene” che è un inno a prendere la vita nel momento che si presenta più che nelle pesate decisioni di “perbenismo” che spesso appagano più la pubblica piazza che la nostra passione. Una dance pop digitale di dolcissime soluzioni melodiche con un video dai tanti piani di lettura. E noi come sempre mettiamo in circolo la curiosità. Che poi dalla sua preziosa carriera tutto ci saremmo attesi che una scrittura così dolcemente popolare…
Nuovo singolo, nuovo video. Una prima curiosità arriva dal titolo: un “dubbio di vita” cosa c’entra con il dormire bene?
Tutti i miei dubbi più grandi, cominciano a “fare rumore” quando rimango da solo con i miei pensieri. E a quel punto dormire non è così facile. Secondo me poi quando ti chiedi se una persona “dorme bene” vuol dire che ci tieni davvero.
Una carriera che spesso ha raccolto successi dentro composizioni decisamente rivolte al mondo radiofonico, ai Dj e similari. Come arrivi invece al pop romantico italiano?
Sono cresciuto ascoltando la musica elettronica e i cantautori italiani. Due mondi completamente agli antipodi, che però mi hanno ugualmente ispirato e continuano ad ispirarmi. Ogni volta che mi metto davanti a un pianoforte a scrivere è come se avessi su una spalla un angelo e sull’ altra il diavolo e ti assicuro che farli andare d’ accordo non è facile. Mi rendo conto che, nella prima fase della mia carriera, era più il mondo elettronico a prevalere quando ascoltavi un mio brano. Invece crescendo ho sentito l’esigenza di creare un ambiente più intimo per raccontare le mie storie e le mie emozioni
Parlaci dei suoni: come li hai scelti e soprattutto quanto hai attinto dal tuo passato?
I suoni li scelgo sempre seguendo l’istinto. Credo che quella sia la parte più irrazionale e “de core” in ogni mio brano. Sicuramente c’è un timbro che rende riconoscibili i miei brani, però cerco ogni volta di evolverli e innovarli. Poi ci sono le parole…e per quelle perdo tantissimo tempo, non sono mai convinto. Le parole sono un’arma importantissima, nella musica e nella vita. E la lingua italiana è stupenda perché è piena di sinonimi e di sfumature con puoi riuscire a dire esattamente ciò che ti immagini.
La Dance tornerà ad essere un tuo porto sicuro o stai virando decisamente altrove?
Amo sperimentare e mi piace cambiare. Nella mia carriera ho avuto la fortuna di lavorare con Mogol e con i più grandi produttori di musica elettronica internazionale e sono state entrambe esperienze pazzesche. Mondi agli antipodi…ma non mi piace e non sono capace a etichettare l’arte. Spesso il “diverso” spaventa ma secondo me è dalle contaminazioni che escono fuori le cose migliori, nella vita e nella musica!
Un disco in arrivo?
Ho approfittato dei vari lockdown per scrivere. Anche se poi spesso, in una situazione così complessa, l’apatia vinceva sull’ispirazione. Dovrebbe uscire a primavera un nuovo album, di cui però ammetto di non sapere ancora la data