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“13” è un numero che ricorre spesso nella tua vita e che hai voluto rendere protagonista del tuo album. Quanto è importante per te il legame tra musica e simbolismo, e come questo numero ha influenzato le storie che hai raccontato nel disco?

“13 per me rappresenta una sorta di amuleto nella vita, sono legata a questo numero per innumerevoli motivi: sono nata il 13 agosto, le cose più importanti della mia vita ad oggi capitano il 13, il 13 dicembre è nata mia nonna alla quale sono profondamente legata, e ritrovo questo numero casualmente in ogni mio momento giornaliero (civici, numeri sparsi).
Credo che la musica sia connessa con il simbolismo: essendo entrambe espressioni artistiche, c’è una connessione non scontata ma presente.

In ogni brano del mio disco c’è riferimento al 13: oltre al titolo dell’album e al singolo che parla di vedere le cose in modo positivo, di avere una luce di speranza verso la vita, questo numero ruota attorno ai significati più profondi della mia esistenza.”


Nel tuo album parli di libertà, amore, e del sentirsi spesso stretti in una società che non lascia spazio all’individualità. Qual è stato il momento in cui hai sentito più forte il bisogno di liberarti da questi schemi e tradurlo in musica?

“Credo di aver sempre sentito il bisogno di liberarmi da questi schemi, un processo che ho dentro di me fin dall’adolescenza. Sono sempre stata una bambina e una ragazza ‘strana’: normale per le cose sane, ma particolare per il resto.
In questa particolarità rientrava il desiderio di sentirmi libera dagli schemi futili della società, partendo dall’aspetto esteriore fino ai modi, ai comportamenti, alle mode e a tutto ciò che veniva imposto senza portare nulla di bello o costruttivo.

Ho sempre cercato di vivere senza filtri, rispettando gli altri ma senza scendere a compromessi con me stessa. Per questo ho voluto portare questo concetto nelle mie canzoni: come manifesto e ideologia che mi fanno sentire viva e attiva.”


Le sonorità di ’13’ spaziano dal pop/rock all’indie e al punk, con influenze anni ’80. Come hai scelto queste direzioni musicali e in che modo rispecchiano i temi e le emozioni che volevi trasmettere?

“Credo che nella vita di ogni artista ci siano periodi di evoluzione, stallo e cambiamento. Ma ognuno di noi ha un mood specifico che lo distingue. Per me, queste sonorità – pop/rock con influenze anni ’80 – sono sempre state parte di me.

Gli artisti a cui mi ispiro, come i Queen, i Beatles, i Green Day e i My Chemical Romance, hanno avuto un forte impatto su di me. Ho assorbito tanto da vari generi musicali e artisti, ma ho scelto un filone più vicino al mio carattere e alla mia personalità.

In molti dei miei brani comunico idee profonde e, talvolta, scomode, ma lo faccio in modo leggero, legandole a un arrangiamento rock o rock’n’roll. Una vita rock’n’roll, dopotutto, è una vita leggera e divertente, profonda e maledetta, ma bellissima.”


Nel tuo percorso artistico hai condiviso il palco con grandi nomi e hai esplorato stili diversi. Cosa pensi che abbia distinto ’13’ dai tuoi lavori precedenti, sia a livello di maturità musicale che personale?

“Sicuramente una crescita artistica e personale. Le tante esperienze, belle e brutte, vissute negli anni e lo studio costante della musica mi hanno portato a una maggiore maturità. Proprio per questo oggi ho scelto di studiare in Conservatorio.

La vita quotidiana, unita alla voglia di migliorarmi sempre, mi ha spinto a fare di ’13’ un progetto più maturo. Il mio obiettivo resta sempre quello di raggiungere risultati migliori rispetto ai precedenti.”

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