“Rose” è il nuovo singolo di Rosaspina, artista di adozione milanese, il cui nome d’arte porta dentro di sé un contrasto affascinante: la delicatezza della rosa e la forza della spina. Un dualismo che diventa il cuore pulsante della sua musica, capace di mescolare fragilità e potenza, luce e ombra, sincerità e protezione. In questa intervista, Rosaspina ci accompagna dentro il suo mondo, tra riferimenti musicali e poetici, immagini sospese tra realtà e immaginazione, e una continua ricerca di autenticità che rende il suo progetto unico e in costante evoluzione.
- Ciao Rosaspina, benvenuto! Ci incuriosisce il tuo nome d’arte: cosa rappresenta per te e quanto questo dualismo (tra la delicatezza della rosa e la forza della spina) si riflette la tua musica?
Ciao, grazie! Quando ho dovuto scegliere il mio nome d’arte volevo qualcosa che suonasse forte, d’impatto, come i grandi nomi che restano impressi. Così ho pensato di unire i due lati più evidenti del mio carattere: quello sensibile ed emotivo, e quello più duro, pungente. Sono entrambi parte del mio temperamento quotidiano, e insieme raccontano chi sono. La spina per me è anche una forma di autoprotezione: serve a difendere la parte fragile, ma allo stesso tempo a metterla in mostra con più forza. Ed è anche da questo contrasto che la mia musica prende vita.
- Nei tuoi brani sembri giocare molto con i contrasti: luce e ombra, fragilità e forza. Quanto c’è di autobiografico questo modo di raccontare le emozioni?
Nei miei brani sono molto autobiografico perché parto sempre da quello che vivo. I contrasti che emergono nelle canzoni sono gli stessi che porto dentro: fragilità e forza, luce e ombra. Non direi che sono alla ricerca di una formula, perché la mia identità artistica la sento già chiara. Piuttosto, è un percorso di crescita: sto cercando di affinare il mio linguaggio e soprattutto di circondarmi di persone giuste, quelle che capiscono davvero la mia visione e mi aiutano a darle la forma migliore.
- La tua estetica è molto riconoscibile, tra simbolismo e immagini quasi cinematografiche. Ci sono dei film che, secondo te, possono ben rappresentare il tuo progetto che ti va di citare?
Se Rosaspina fosse un film, sarebbe una commedia drammatica come “Shameless” ma con un pizzico di sovrannaturale per avere totale libertà. Un film con streghe o personaggi misteriosi come “La morte ti fa bella”, “Casper” o “Mercoledì e la famiglia Addams” dove alla commedia si unisce il dark, gusti tetri e stranezze particolari ma con leggerezza. Ma anche un film quasi fiabesco come “Penelope”, che racconta una storia di emarginazione in modo dolce, poetico, umano e commovente.
4. Se dovessi immaginare la tua musica come un luogo fisico, che posto sarebbe e perché?
Una terra lontana abitata da persone, ma anche da creature magiche e mitologiche, che si estende fino ad arrivare al punto più alto del panorama da cui spunta un castello. Di giorno i cieli sono sereni, in golden hour macchiati dalla tempesta in arrivo che incombe sul castello.La notte la luna piena è protagonista nel cielo stellato…
- Guardando al futuro: preferisci restare fedele a una linea sonora precisa o credi che ogni nuovo lavoro sarà un’occasione per cambiare pelle?
Penso che ci siano sempre elementi legati alla mia identità artistica, come i contrasti e il modo in cui racconto le esperienze. Allo stesso tempo, ogni nuovo lavoro è un’occasione per esplorare nuovi lati di me, sperimentare e cambiare pelle. Non tutto quello che sto facendo uscire adesso lo sento completamente mio, ma voglio che la mia musica evolva insieme a me, mantenendo sempre un filo che la renda riconoscibile.


