Le radici degli Osaka Flu: Dentro la loro sala prove
Dopo la pubblicazione del singolo “Mio Caro Me”, i toscani Osaka Flu ci hanno aperto le porte della loro sala prove. Un luogo che per il trio indie punk rappresenta molto di più di un semplice spazio musicale, ma un vero e proprio santuario di ricordi, amicizie e oggetti significativi. Ma quali sono queste “cose” importanti? Ce lo raccontano direttamente i ragazzi:
“La sala prove è un luogo sacro di musica e di vita: è il posto dove discutiamo di musica, dove componiamo i pezzi, dove scriviamo i testi, ma è anche la stanzetta dove tre amici si incontrano per parlare, divertirsi e passare del tempo insieme. La stanzetta della musica rispecchia perfettamente l’incontro tra amicizia e musica. Le pareti sono tappezzate di poster dei nostri dischi, di locandine delle date che abbiamo fatto in giro per l’Italia, di foto sceme, di frasi e sfottò che ci hanno segnato come amici e musicisti. Tutto è significativo dentro la sala prove, dai muri scorticati ai pannelli che abbiamo montato in un lungo pomeriggio di tanti anni fa, insieme, con qualche birra di troppo in corpo, al soffitto, proprio sopra il soppalco, dove i nostri amici hanno lasciato messaggi, per lo più di infamate. È difficile scegliere solo cinque cose che descrivano cosa rappresenta per noi questo luogo mistico e rude, ma tant’è.”
Le regole della sala prove
Proprio perché siamo amici prima e musicisti poi, alcune abitudini sviluppate nel nostro gruppetto si sono riproposte anche nella sala prove. Una tra tutte, il poster con le regole della sala prove. Le regole sono sia musicali che di vita, ma per pudore riporteremo solo quelle relative alla musica. Abbiamo un’attitudine punk e disprezziamo tutti i tecnicismi, perciò alcune cose sono vietate per la pacifica convivenza di tutti. Anche limitandoci solo all’ambito musicale, alcune delle regole sono troppo spinte e siamo costretti ad autocensurarci. Di seguito, le uniche regole adatte alla pubblicazione:
- No TAPPING, No SLAP, No Doppi Colpi
- VIETATO l’INGRESSO alle CHITARRE con gli SCALLOOPED
- Il basso MUSICMAN è buono solo per cuocere le salsicce
- Le PEDALIERE A 2 Piani vanno ACCATASTATE
- Chi commette più errori paga da bere
- Chi suona durante le pause paga da bere
- Steve Ray Vaughan è dio
Manifesti di concerti dove abbiamo suonato
Conserviamo avidamente tutti i manifesti dei concerti dove abbiamo suonato, e la nostra sala prove è completamente tappezzata di poster. Ci fa piacere essere circondati da ricordi dei luoghi che ci hanno ospitato e voluto bene. Per citarne alcuni: l’apertura ai Punkreas all’ARCI Cinema Vekkio di Cuneo, l’apertura ai FASk alla Fortezza Medicea di Arezzo, e un festival a cui siamo molto legati, Portofranko di Castel Bolognese.
Odio gli indifferenti di Antonio Gramsci
Nel muro della nostra sala prove, abbiamo scritto con il pennarello una frase di Antonio Gramsci:
“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.”
Questa citazione ci ricorda che nella vita è importante prendere parte, dire la nostra, anche quando è scomodo, e cerchiamo di seguire questo principio anche quando facciamo musica.
Il nostro manifesto delle band indipendenti
Un altro elemento irrinunciabile è il poster che Michele scrisse in occasione dell’uscita di uno dei nostri album. Lo usiamo anche nella bancarella che allestiamo durante i nostri concerti, insieme a CD, magliette e gadget. Di solito lo mettiamo in bella vista, illuminato da lucine stile Madonnina di Lourdes, perché è qualcosa di estremamente importante e rappresentativo del nostro approccio al mondo patinato della musica, persino quella “indipendente”. Recita così:
“Quando acquisti un CD di una band indipendente, non aiuti una casa discografica a comprare la seconda Bugatti e nemmeno il cantante famoso a comprare il finto giubbotto di pelle economica da 800 euro, ma aiuti dei ragazzi a pagarsi la benzina del furgone, il balsamo del bassista, ed un nuovo piatto al batterista che il suo ha tutte le crepe.”
Il disco di Eddie Cochran
Sul nostro mixer, in sala prove, c’è sempre un disco di Eddie Cochran appoggiato. Quando abbiamo iniziato a suonare nel 2010, “Summertime Blues” era una tappa fissa del nostro repertorio nei concerti. Quel pezzo ci ha fatto innamorare del rock’n’roll, è vero, ma la nostra vera passione è sempre stata il punk! I Clash, i Rancid, i Ramones, gli Operation Ivy, i CCCP, gli Skiantos, i Diaframma…
Con questo articolo, gli Osaka Flu ci offrono uno spaccato della loro realtà, fatta di amicizia, passione e rock, dove ogni angolo della sala prove racconta una storia. Una vera e propria testimonianza di un percorso musicale che va oltre la semplice performance, diventando un rito, un incontro di vite e suoni che si mescolano in modo unico e irripetibile.