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Abbiamo avuto il piacere di parlare con Giudi, una delle voci più interessanti della scena musicale internazionale, che recentemente ha pubblicato il suo nuovo album Chemical Wedding. Un lavoro ricco di simbolismi, influenze e riflessioni personali, che rappresenta un capitolo significativo della sua vita. In questa intervista, [Nome Artista] ci ha parlato della sua musica, del processo creativo e del legame profondo che ha con la Puglia, sua nuova casa e fonte di ispirazione.

 “Chemical Wedding” è un album ricco di simbolismi e contrasti. Qual è il significato più profondo dietro questo progetto?

Il simbolismo è molto puro: si tratta di opposti che insieme formano un’unità, una dualità che si completa a vicenda. È una formula magica e onnipervasiva, un matrimonio simbolico tra il Sole e la Luna, il giorno e la notte, il principio femminile e quello maschile. Con questa pubblicazione racchiudo un capitolo della mia vita, motivo per cui è stata pubblicata simbolicamente durante la luna piena, il 15 novembre 2024. Negli ultimi due anni della mia vita sono successe esperienze più belle e più dolorose che possano capitare a chiunque. Avevo bisogno di trovare un equilibrio dentro di me, così ho creato la mia armonia personale tra luce e ombra.

La tua musica unisce influenze che spaziano dalla classica all’hyperpop. Come riesci a bilanciare questi elementi così diversi tra loro?

Semplicemente, non mi faccio nessun problema :)) Sono una persona molto curiosa e mi piace sperimentare. Sono alla continua ricerca per scoprire qualcosa di più… Cerco sempre di essere molto onesta e diretta nella mia espressione personale, creando semplicemente ciò che sento in modo autentico. E quello è un processo che si rinnova costantemente. Sembra semplice, ma in realtà è la cosa più difficile: rimanere fedeli al nostro nucleo interiore. Trovare chi siamo veramente è come flirtare con la nostra essenza, ma anche questo è un processo in continuo cambiamento. Cambiamo costantemente con ogni esperienza della nostra vita, ed è proprio questo che lo rende un processo sempre stimolante e divertente.

Nel video di “Icarus – Piano Nocturne in Emin” hai scelto un’estetica cinematografica e un’unica ripresa continua. Qual è stato il processo creativo dietro questa scelta?

Il videoclip di “Icarus” è stato girato a Praga e il formato in one-take è stato scelto intenzionalmente per creare un’atmosfera naturale, una certa continuità, una gradazione e, soprattutto, una tensione per lo spettatore. Credo che siamo davvero riusciti a catturare un’emozione unica e autentica. “Icarus” è un brano che per me rappresenta una confessione molto personale. Le cose dolorose non sono facili da raccontare… e così ho scritto, poi ho cantato…

Dopo il successo internazionale, oggi vivi in Italia. Cosa ti ha spinto a stabilirti in Puglia e in che modo questa nuova esperienza influenza il tuo percorso artistico?

Io venivo in Italia regolarmente già da circa dieci anni. Però la decisione di trasferirmi e creare il mio nido è arrivata circa tre anni fa, dopo la pandemia, quando io e il mio partner ci siamo chiesti se costruire la nostra casa a Praga o in Salento. Alla fine, ha vinto il Salento per diversi motivi. Nonostante amiamo Praga con tutto il cuore e io ci torni ogni mese, perché non riesco a stare troppo lontana dalla mia famiglia, dagli amici e dalla scena musicale locale, dove ormai sono ben radicata.

La Puglia è una terra incredibilmente ricca, non solo culturalmente, ma anche a livello geografico e naturale. La sua bellezza selvaggia, il ritmo di vita più lento e la forte connessione con la tradizione e la spiritualità mi hanno profondamente influenzata. Sento che ho trovato uno spazio di ispirazione, dove posso ascoltarmi meglio e creare con ancora più autenticità. Il contatto con la natura e il silenzio mi permettono di scavare più a fondo nelle mie emozioni. È un viaggio in continua evoluzione!

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