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Ci siamo: Ethos, il nuovo e attesissimo album di Otus Medi, è finalmente disponibile dal 31 ottobre. Nove tracce completamente strumentali che esplorano i confini dell’elettronica fondendola con strumenti acustici, in un dialogo continuo tra modernità e tradizione, tra leggerezza e profondità.

Il disco si apre con Aria, una dedica intima e sincera, che introduce immediatamente il tema centrale del lavoro: il viaggio. Non solo musicale, ma anche personale, quasi spirituale. Otus Medi si mette a nudo, cercando di raccontare se stesso attraverso suoni, ritmi e contrasti che diventano linguaggio universale.

Ogni brano di Ethos è un microcosmo in sé. Pulsing Waves si muove con eleganza su territori più classici, grazie all’intervento di strumenti reali che donano calore e organicità. Dall’altra parte, Cake spinge verso sonorità più contemporanee, con richiami alla scena J-pop e un’energia contagiosa. Ma la vera forza del disco è la sua capacità di sorprendere: i brani raramente restano fermi nello stesso umore. Neige Rouge e Now I Know, ad esempio, si aprono con toni vivaci per poi scivolare lentamente in una malinconia luminosa, quasi cinematografica.

Otus Medi costruisce il suo universo sonoro su un concetto di contrasto, come lui stesso racconta: nelle melodie e nei suoni che si scontrano e si fondono, nelle ritmiche sostenute ma mai aggressive, nelle distorsioni sapientemente dosate. I contrasti si ritrovano anche nelle collaborazioni nate via social, che uniscono mondi diversi ma complementari: dal compositore e violinista Mario Bajardi al produttore Federico Gasparini, fino alle voci evocative di Lecicia Sorri e Sunbluss, utilizzate non per raccontare parole, ma per emettere note, diventando esse stesse strumenti.

L’album è un continuo gioco di equilibrio tra l’elettronica e la materia viva degli strumenti: fisarmonica, lira bizantina, viella, violino, pianoforte. Un intreccio che porta l’ascoltatore in territori familiari e sconosciuti al tempo stesso. Si percepisce chiaramente la provenienza di Otus Medi dal mondo del clubbing, con ritmiche sostenute e una grande attenzione al suono, ma anche il suo desiderio di spingersi oltre le convenzioni del genere, con strutture musicali ricche di variazioni e sorprese.

Interessante anche la scelta di mantenere il mastering “più basso” rispetto agli standard del mercato: una decisione controcorrente, ma coerente con la filosofia del disco. Non c’è ricerca di volume, ma di qualità. “Alzate il volume”, dice Otus – e ha ragione: Ethos va ascoltato ad occhi chiusi, ad alto volume, per lasciarsi attraversare.

In definitiva, Ethos è un’opera matura, autentica e coraggiosa. Un viaggio sonoro che racconta la complessità di un artista che non ha paura di mettersi in gioco e di mostrare tutte le sue sfumature.

Voto: ★★★★☆ (4/5)
Un album raffinato, emozionante e pieno di contrasti. Un debutto che suona già come una dichiarazione d’identità.

 

ASCOLTA L’ALBUM: https://open.spotify.com/intl-it/album/0TEOsEubJ1HJNZZftwhS3C 

 

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