Skip to main content

Con “Lungo il fiume”, Claudio Serrano ci conduce dentro una notte estiva popolata di volti, sogni e fughe. È un brano che nasce dal desiderio di raccontare la vita nella sua verità più spontanea: quella fatta di incontri casuali, solitudini improvvise e speranze che si rincorrono sotto le luci di una fiera.

Il cantautore, cresciuto tra vinili, chitarre e l’ispirazione nata da un video di Bruce Springsteen visto da bambino, trasforma le sue esperienze e le sue osservazioni in musica autentica e sincera. “Lungo il fiume” è il riflesso di questo sguardo sensibile, capace di dare voce a chi sogna, corre o semplicemente resta a guardare il fluire delle cose.

Per Serrano la musica è prima di tutto connessione: un ponte di verità ed emozioni che unisce chi scrive e chi ascolta. Ogni pubblicazione è per lui una tappa importante, il coronamento di un percorso fatto di dedizione e introspezione.

In attesa dei nuovi progetti in studio, “Lungo il fiume” si presenta come una finestra aperta sull’universo narrativo di Claudio Serrano, dove ogni canzone diventa un racconto sospeso tra realtà e poesia, tra la luce della festa e il buio che accompagna ogni ricerca interiore.

Ci racconti com’è nato il tuo amore per la musica…

Non riuscirei a definire un momento preciso, non c’è un periodo in cui la musica non abbia fatto parte della mia vita. Come per tanti altri come me, nati nei primi anni 90, non era inusuale trovare vecchi stereo con giradischi nelle case, quindi non era difficile approcciarsi alla musica. i primi dischi e i primi ascolti sono stati quelli. Oltre a questo mi ricordo che, avrò avuto 4 o 5 anni, vidi in televisione un video musicale di Bruce Springsteen, probabilmente si trattava di Born to Run e ricordo di esserne rimasto folgorato. Il modo in cui cantava, suonava, ballava erano ipnotici, ti faceva immaginare posti e cose mai viste. ora, non credo a quel tempo fossi in grado di prendere decisioni importanti sulla mia vita, ma se il germe di un’idea di fare il musicista è nato in un momento, molto probabilmente il momento è stato quello. Più avanti, durante gli anni del liceo, decisi che mi sarebbe piaciuto suonare uno strumento e inizialmente, mi sarebbe piaciuta la batteria, ma persi un’asta su ebay all’ultimo e costretto per forza di cose a ripensarci, la scelta poi virò sulla chitarra. Da quel momento in poi, la chitarra non se n’è più andata. 

 

Qual è stato il momento più importante o gratificante della tua carriera musicale finora?

Ogni volta che c’è una pubblicazione. La produzione è sempre un processo lungo e spesso faticoso, c’è la scrittura, l’arrangiamento, le registrazioni. Vedere tutto questo lavoro portato a compimento con la pubblicazione è assolutamente gratificante

 

Vuoi raccontarci di cosa parla il tuo nuovo singolo?

Lungo il fiume è il racconto di una lunga notte d’estate. Storie e vite si incrociano nelle luci della fiera a cui si contrappone il buio e la solitudine che porta la notte.  c’è chi si gode la festa, chi corre, chi si perde cercando qualcosa, chi scappa, chi sogna, chi ce la fa, chi rimane indietro. Nelle mie canzoni, mi piace scrivere dei posti da dove vengo e romanticizzare gli eventi che mi capitano o che magari leggo sul giornale. Qualche anno fa lessi, di due ragazzini che di nascosto avevano tentato di lasciare tutto e scappare di casa e la cosa, per qualche motivo, mi rimase impressa. mi sono sempre piaciute le storie di fughe notturne alla ricerca di qualcosa.

 

Vuoi spiegare ai nostri lettori com’è nata l’idea della cover?

Per la cover, non avevo particolari idee o direzioni da prendere e guardando le foto che avevamo fatto, non ce n’era una che mi convincesse se non quelle in canotta da seduto con in braccio la chitarra, quindi ho scelto quella.

 

Quanto è importante per te trasmettere emozioni al pubblico?

Ho sempre pensato che la grande musica esigesse un certo quantitativo di verità. Il pubblico ha bisogno che ci sia verità in quello che fai, ha bisogno di immedesimarsi e in un certo senso è questa la caratteristica della musica di successo: è il sentirsi parte di qualcosa, sentirsi vicino agli altri, sentirti che non sei solo.

Quando suoni dal vivo crei una connessione con chi ti sta ascoltando, dal momento in cui sali sul palco, al momento in cui posi la chitarra. È un qualcosa che viene creato dal nulla ed è un’esperienza comune ma che allo stesso tempo, il pubblico vive singolarmente e dentro di sé. La musica è, per forza di cose, veicolo di emozioni e di conseguenza, l’aspetto più importante è il messaggio o l’emozione che stai cercando di far arrivare. 

 

Hai già in programma altri brani o hai pensato ad un album?

In questo momento, non ho ancora date e tempi stabiliti da rivelare, ma sto lavorando in studio con la mia band e c’è molto materiale che stiamo suonando e registrando e che presto pubblicheremo.

Lascia un commento