Lo sapete quanto teniamo a dare luce alla nuova musica italiana. Un impegno che nasce da una ricerca continua, instancabile, tra le pieghe più sotterranee e imprevedibili del panorama emergente.
Tantissimo di ciò che oggi viene prodotto rompe le abitudini e si muove su sentieri underground fatti di suoni nuovi, visioni strane, libertà espressiva. E il nuovo album degli a/lpaca, intitolato Laughter e pubblicato in vinile per Dischi Sotterranei (ITA), Sulatron (GER) e Sour Grapes (UK), è proprio questo: un disco potente, imprevedibile, necessario.
Un concentrato di post rock, punk, psichedelia lisergica e caos organizzato, dove ogni riferimento sembra sparire — ma non per confonderci, piuttosto per liberarci.
INTERVISTA
Ho come l’impressione che questo disco si dedichi molto più alla libertà, alle visioni, al suono psichedelico e lisergico che alla forma… sbaglio?
C’è sempre, o quasi, la volontà di seguire una struttura. Ma in questo caso abbiamo voluto farlo in maniera più imprevedibile, e questo porta magari a constatazioni come la tua.
Già in partenza volevamo un album eterogeneo, che ci permettesse libertà sia nella composizione sia nelle forme.
Ci sono brani più strutturati e altri che sono flussi del momento, registrati anni fa in modo lo-fi, ma che ci interessavano proprio nella loro imperfezione. Forse è quello ad affascinarci: la forma che non si chiude.
🎬 Guarda il video ufficiale di “Laughter, Us Us”:
E quindi anche il video: bellissimo ma ermetico. Come dobbiamo leggerlo? Che rappresentano quei tracciati da seguire?
Il video è un’idea di Andrea Zanini, che lo ha anche diretto. Tutto ciò che vedete è una re-interpretazione fedele delle performance video di Bruce Nauman.
Non ci siamo chiesti troppo il significato: ci piaceva l’estetica, e pensiamo che le immagini si adattino al contesto dell’album.
I tracciati da seguire possono essere letti come le responsabilità adulte di cui parliamo in Laughter. Ma c’è anche del gioco, è solo una delle tante facce del disco.
E per voi la distorsione – delle immagini e del suono – che significato ha?
Forse è una forma di auto-difesa. Almeno per me, sul piano sonoro.
Io distorco tutto. Non riesco a suonare altrimenti.
È piacevole, certo, ma anche un modo per nascondere qualcosa. Per proteggere.
🎬 Guarda il video ufficiale di “An Encounter”:
L’ironia che sottende tutto il progetto mi sembra quasi una sfida al perbenismo quotidiano. Che ne dite?
L’ironia è parte di noi, della nostra amicizia, del nostro modo di stare insieme.
È inevitabile che venga fuori: ci serve anche per non dare troppa pesantezza al disco.
Sicuramente c’è anche quella dimensione critica che dici tu, ma in generale ci viene naturale. Anche questa, forse, è una difesa.
Si torna finalmente dal vivo. Cosa troveremo di nuovo sul palco rispetto all’esordio di “Make it Better”?
Nessuno stravolgimento drastico.
Ogni tanto useremo una drum machine, ma solo per una canzone (Brano Fantuzzi), e avremo una chitarra in più suonata dal tastierista.
Rispetto al primo album, ora siamo più in grado di raggiungere il suono live che vogliamo. La scaletta è più variegata, più appagante anche per noi.
Al momento suoniamo solo le canzoni più rock del nuovo disco, perché non tutte si prestano al live. Ma probabilmente ne aggiungeremo altre più avanti.