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13 maggio 2025, Bruxelles – Fare i conti con la rivoluzione digitale e il rapido sviluppo dell’AI significa affrontare sfide inedite sul fronte del copyright. È attorno a questo nodo che si è sviluppato il convegno “Il diritto d’autore alla prova dell’intelligenza artificiale”, promosso dal gruppo S&D e ospitato oggi nella sala 3H1 del Parlamento Europeo (dalle 9:00 alle 12:00).

Un confronto a più voci

L’incontro ha messo attorno a un tavolo istituzioni europee, autori, rappresentanti delle collecting society e protagonisti del mondo digitale, con l’obiettivo di fare il punto su:

  • AI Act e disciplina del copyright;

  • i diritti degli artisti e delle case editrici nell’era degli algoritmi;

  • le opportunità (e i rischi) per l’industria culturale.

A rompere il ghiaccio è stato Giuseppe Abbamonte (DG CNECT, Commissione Europea), che ha illustrato i pilastri del regolamento AI Act e l’impatto atteso sulle piattaforme digitali. A seguire, Brando Benifei, relatore del provvedimento al Parlamento, ha sottolineato l’importanza di un’armonizzazione normativa in tutta Europa, per evitare disparità tra Stati membri.

Artisti, giuristi e policy maker a confronto

Tra gli interventi più attesi:

  • Viviana De Vincentis (SIAE), che ha spiegato come le collecting society stiano sperimentando modelli di licenza “ibridi” per garantire giusti compensi agli autori;

  • Andrea Di Carlo (EUIPO), sull’applicazione pratica delle norme di enforcement del copyright;

  • Alberto Di Felice (DIGITALEUROPE), con un punto di vista dal mondo dell’industria tech;

  • Cinzia Mascoli e Francesco Schlitzer (Artisti 7607), che hanno portato la voce diretta di chi crea contenuti;

  • Paola Nebbia (Corte di Giustizia UE), chiamata a fare chiarezza sui precedenti giurisprudenziali in tema di proprietà intellettuale;

  • i rappresentanti delle Camere italiane: Matteo Orfini (Camera dei Deputati) e Francesco Verducci (Senato), che hanno raccontato l’evoluzione del dibattito in Italia;

  • Stefano Scherini (UNITA) e Nicola Zingaretti (capodelegazione PD al PE), a tracciare un quadro politico e istituzionale più ampio.

Qualche spunto “sotto il cofano”

  • Copyright by design: l’idea, lanciata da molti relatori, di “programmare” fin dalle prime fasi di sviluppo dell’AI un rispetto integrato delle regole sul diritto d’autore.

  • Remuneration equity: confronti su come strutturare royalties e compensi, anche nella fase di training dei modelli AI.

  • Fair use europeo: discussioni sulla possibilità di introdurre – in maniera coordinata con USA e UK – una clausola di utilizzo ragionevole per ricerca e didattica.

“Dobbiamo garantire che la tecnologia non mangi la creatività, ma la potenzi”, ha sintetizzato Sandro Ruotolo, eurodeputato e promotore dell’evento, chiudendo il secondo panel insieme a Luca Bertuzzi (MLex).

Perché questo convegno conta

Nel giro di pochi mesi il Parlamento Europeo voterà in prima lettura l’AI Act, una normativa destinata a definire le regole del gioco per tutte le realtà digitali in Europa. Proteggere il diritto d’autore significa preservare il valore economico e culturale dell’industria creativa, ma anche difendere il lavoro e il talento di centinaia di migliaia di artisti, musicisti, scrittori e designer.

L’evento di oggi non ha semplicemente messo a confronto proposte e sensibilità diverse: ha tracciato una roadmap – tra policy, tecnologie e diritti – per arrivare a un equilibrio sostenibile tra innovazione e tutela della creatività. Un passaggio cruciale per il futuro del “fare cultura” nel Vecchio Continente.

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