Di SIMONE MERCURIO
“A prescindere dal tempo che è un concetto qui inutilizzabile mi basterebbe avere un posto giusto da raggiungere” cantano in Life is Sweet Niccolò Fabi, Max Gazzè e Daniele Silvestri.
E da Il Locale di Vicolo del Fico al Circo Massimo questi tre ragazzacci ultra cinquantenni di strada ne hanno fatta, e sabato 6 luglio hanno raccolto gli amici della loro Roma “nel posto più grande che conoscevamo in città”.
Trentanni sono passati dalle serate in quel piccolo club tanto speciale della Capitale, il Folk Studio degli anni 90, uno dei tanti posti che ora non c’è più, dove per le prime volte si erano incrociate le loro voci e i loro sogni, e “c’è voluto del talento per riuscire ad invecchiare senza diventare adulti” si potrebbe dire parafrasando Battiato e Jacques Brel.
Ospiti di un sito come questo del MEI, non possiamo che rendere il meritato onore a questi tre cantautori, tre artigiani della canzone che con il talento di musicisti e parolieri nella loro carriera sono approdati a questa tappa unica romana, insieme per una sola volta, “one shot”, per celebrare i primi dieci anni da Il Padrone della Festa quel disco insieme a cui nel 2014 è seguito un tour che ha portato questi tre amici, prima ancora che colleghi, a scrivere e suonare insieme.
E il concerto nel gigantesco catino del Circo Massimo, davanti a un pubblico mai visto per le loro abitudini, è stata anche l’occasione per festeggiare il compleanno di Gazzè. “E quando mi ricapita” sottolinea Max mentre i 55 mila gli intonano “Tanti Auguri”.
“Questa non è la nostra dimensione solita” ammette Fabi, tra i tre sicuramente quello con il repertorio più intimista. Silvestri sembra quello più a suo agio, affabula sornione, introduce le canzoni, annuncia e disannuncia i brani dei colleghi.
E’ una perfetta serata romana d’estate, il drone inquadra dall’alto un Circo Massimo colmo, una scommessa vinta che, quando a novembre fu presentata questa data, molti temevano.
Trentadue le canzoni in scaletta, trentatré se vogliamo includere “Alzo le mani” sparata dagli altoparlanti sul finale mentre i tre con tutta la band erano ancora sul palco a festeggiarsi mentre il Circo Massimo cominciava a sfollare.
“Non me ne vorrei andare più via da qui” dice Silvestri sul finale delle oltre tre ore di live, “ma ne avremmo potute fare sei di ore”, per un mega show di musica suonata tutta dal vivo senza paracadute, un concerto aperto da tre fantastiche donne della nuova generazione, la neo vincitrice di Musicultura Anna Castiglia, Emma Nolde Premio Bindi New Generation 2022 e Daniela Pes premiata con la Targa Tenco nel 2023.
Ci sono le tante hit soliste dei tre, ci sono le canzoni del disco insieme, ci sono trent’anni di musica che fanno fare un vero e proprio viaggio nel tempo a un pubblico nella maggioranza di over quaranta, con incursioni di trentenni, di ventenni e anche di alcuni bambini che, cresciuti evidentemente a dovere dai genitori, incredibilmente cantavano molte delle canzoni in scaletta.
Dal 1996 arrivano brani come “Strade di Francia” e “Cohiba” di Daniele da Il Dado , “Quel che fa paura” da “Contro un’onda del mare di Max, dal 1998 “Lasciarsi un giorno a Roma” e “Il Vento d’estate” di Niccolò, quest’ultima già all’epoca con Gazzè.
Strade che si incrociano da sempre anche con gli amici della Magical Mistery Band, molti dei quali appaiono in tv il venerdì sera su La7 come Propaganda Orchestra la resident band che accompagna il programma condotto da Diego Bianchi.
Ed ecco dunque sul palco con i tre, il chitarrista e cantautore Roberto “Bob” Angelini, il tastierista Gianluca Misiti, il polistrumentista Max Dedo, il percussionista cubano José Ramon Caraballo, Piero Monterisi alla batteria, quel virtuosista delle sei corde di Adriano Viterbini (Bud Spencer Blues Explosion e I Hate My Village) alla chitarra elettrica, le incursioni rispettivamente a batteria e basso di Fabio Rondanini e Gabriele Lazzarotti (Calibro 35, Afterhours I Hate My Village ) oltre alla partecipazione straordinaria di Rancore in “Argentovivo” e di Greta Zuccoli in “Mentre Dormi” con Gazzè.
“Un live, dunque, che è stato una vera e propria festa, un grande successo che è il giusto riconoscimento per tre professionisti, tre musicisti, forse gli ultimi cantautori con contenuti e una poetica anche civile nei loro testi, ad avere un successo popolare che dagli anni 90 è arrivato fino ad oggi a tracciare la strada per la nuova generazione. Nuova generazione di cantautori di valore che c’è – e il MEI e chi scrive con il suo Indieland lo sa bene – ma che spesso naviga nascosta nell’anonimato o poco più e tra l’ignavia delle radio, dei festival, delle tv e di chi decide cosa e chi deve salire sui palchi ed avere successo. Dando poi in pasto dei più giovani cose ben diverse da quelle che abbiamo visto in questa magica notte romana.” – Simone Mercurio