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C’è un confine sottile tra la malinconia e la necessità di lasciar andare qualcosa. È
proprio qui che nasce Distanti, il nuovo singolo di Antonino Polizzi. Una lettera
delicata a una persona – o a una stagione della vita – che ha lasciato un segno in noi,
ma che adesso non c’è più. E va bene così, perché a volte lasciar andare è l’unico
modo per stare bene. È una ballata intima, sincera e profondamente umana, scritta e
cantata in siciliano – la lingua del cuore – ma capace di arrivare a tutti, proprio
perché racconta un sentimento universale.
Classe ’94, Antonino viene dalla Sicilia, da quel tratto di costa tra Palermo e
l’entroterra dove il tempo sembra scorrere più lentamente. Ma il suo sguardo è
sempre stato altrove, curioso, irrequieto. Così, con una chitarra e un taccuino in
valigia, è volato negli Stati Uniti. Tra Santa Monica e l’Arizona ha raccolto storie,
respiri, silenzi. E li ha trasformati in musica. La sua scrittura nasce da lì:
dall’incontro tra il folk americano e la malinconia mediterranea, tra il blues
ascoltato da ragazzo e la delicatezza degli artisti della scena indie moderna. Eric
Clapton, Pino Daniele, Gnut, Passenger, MARO – sono queste le voci che hanno
tracciato il suo percorso, ma è nella sua voce che tutto prende una forma nuova.
Calda, ruvida al punto giusto, sempre a un passo dal cuore.
Distanti arriva dopo l’esordio con Strade Vuote (2023), prodotto insieme al duo “Noi,
tutti”, e segna un’evoluzione profonda nel suo cammino artistico. Qui non c’è solo
una canzone, ma un sentimento condiviso: quello di chi ha amato, ha perso, e ha
scelto di custodire il bello invece di aggrapparsi al dolore. Il brano si muove con
grazia tra arrangiamenti essenziali, evocativi, lasciando spazio al silenzio, alla voce,
alla verità.
Perché Distanti non è solo uno spazio che separa. È anche il luogo dove ci si ritrova.

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