Anche questo brano, come “Assabenerica”, (il primo singolo uscito a fine maggio)
(guarda il video di Assabenerica cliccando qui o ascoltalo su tutte le piattaforme digitali a questo link)
è l’evoluzione di un libro in suono, vissuti che diventano parole, racconti che diventano musica.
Dire “ti vedo”, in fondo, non è un’altra forma per dire “ti amo”?
“Ti ho vista ieri” dunque, è una dichiarazione d’amore alle figure femminili che popolano il mio albero genealogico e non solo, dove le parole che avete letto o leggerete diventano canto.
E ti ho vista arrivare cantando senza sapere
che da ogni ferita poi passa un raggio di sole
-Ti ho vista ieri- è un canto che è ballo, ritmo, rito di liberazione.
Una grande chiamata a raduno.
Entrano in scena queste donne, ognuna chiamata per nome.
Le vediamo apparire, una ad una…
vi ricordate di Mimma che “lava i pavimenti scalza”?
Di Ciaccaligna con la sua lingua che “taglia e spacca la legna”?
Della bambina che “gioca nel cortile correndo ed inciampando”?
Dell’antenata che “porta radici, erbe e scongiuri da mescolare”?
E’ un ballo cantato che è anche rito collettivo e forse di guarigione
a cui ognuno può aggiungere la sua voce per cantare
Mannatillu luntanu luntanu chistu mali ca cammina
Mannatillu luntanu luntanu noi qui dentro e stu mali fora!