Un appartamento soffocante, icone sacre che sembrano sorvegliare ogni angolo e un protagonista intrappolato tra le mura della propria mente. Lutero 2.0, il nuovo videoclip diretto da Alfredo Marasti, è molto più di un semplice accompagnamento visivo a un brano musicale: è un cortometraggio carico di simbolismo, una riflessione visiva su identità e isolamento nell’era dei social.
Il protagonista, Lutero, non è il riformatore che sfidò la Chiesa, ma un influencer in crisi, prigioniero delle aspettative del web e tormentato da una presenza enigmatica. A rendere ancora più suggestiva questa visione, la partecipazione di attori di talento come Elena Gigliotti (L’invenzione della neve, Parthenope), Tiziano Rovai e Matilde Pagni. Il racconto prende le tinte di un thriller psicologico: chi è davvero questa figura che lo perseguita? E chi è l’Intrusa che cerca di entrare nel suo mondo?
Lutero 2.0 gioca con l’estetica dell’horror e la profondità del cinema d’autore per esplorare le ossessioni identitarie dell’uomo contemporaneo. Un’opera che non si limita a raccontare una storia, ma che ci pone davanti a uno specchio: siamo davvero liberi nelle nostre scelte o ci costruiamo prigioni fatte di immagini e simboli?
Il videoclip, in uscita il 16 marzo, anticipa il nuovo album di Marasti, Il dimenticatoio, previsto per il 4 aprile 2025 con La Stanza Nascosta Records. Un lavoro che si annuncia altrettanto profondo, un viaggio attraverso le identità perdute e le contraddizioni di una generazione in bilico tra passato e presente.
Per chiunque voglia immergersi in questa esperienza visiva e sonora, l’invito è chiaro: guardare, ascoltare e, soprattutto, lasciarsi interrogare.