Frømm è un collettivo musicale di base a Catania, dedito alla sperimentazione analogica e digitale, caratterizzato da un approccio destrutturato alla composizione. Like a Strap, il singolo in uscita il 25 Aprile, anticipa il loro terzo album You Can’t Kill Time With Your Heart, in uscita per Doremillaro Records.
Like a Strap è un viaggio sonoro ipnotico e tagliente che pulsa come una corsa notturna attraverso una metropoli distopica.
Tensione industriale, groove techno, minimalismo ossessivo, bassi profondi, ritmi meccanici e texture metalliche si fondono in un loop magnetico che cattura e stringe — come una cinghia tesa sul corpo in movimento.
Una traccia pensata per club oscuri, performance visive o ascolti solitari al confine tra sogno e realtà.
Frømm trasforma il tempo in materia sonora, e lo fa vibrare.
Il video, realizzato da Karmek, utilizza immagini in bianco e nero, col divampare di fiamme come soggetto ricorrente, a simboleggiare l’assenza di amore come una ferita che sanguina e brucia, in un rogo lento e inesorabile che, come nella leggenda della Fenice, prelude a una trasformazione:
Un cambiamento silenzioso, profondo, che riformula il nostro essere. Eppure, proprio lì, tra le ceneri interiori, sopravvive una verità: l’amore si rivela nella devastazione che lascia. Nell’eco che resta.
E in quell’eco, nella voce spenta ma presente dell’assenza, comprendiamo chi siamo diventati. Non perché abbiamo dimenticato, ma perché continuiamo a sentire.
Crediti
Video diretto da karmek
Si ringraziano Laura Lo Faro, Fabio Musmeci e Gianlorenzo Di Mauro
Scritto, composto e arrangiato da Carmelo S. Sciuto, Fabio Musmeci, Gianlorenzo di Mauro
Prodotto da karmek@donc.it
Artwork Laura Lo Faro
Mastering Giuseppe Schillaci

You Can’t Kill Time With Your Heart é il terzo e ultimo capitolo della trilogia iniziata dai Frømm con The Anthropological Imagination nel 2023, e proseguita con l’album omonimo del 2024.
In questo capitolo finale il trio si libera dalle ultime sovrastrutture ed etichette per lasciare spazio a un’espressione diretta e viscerale. L’arte deve scuotere, interrogare e aprire nuove letture della realtà, e in questo caso esplora la percezione del tempo in modo complesso e psichedelico, segnando un confine tra passato e futuro, distruggendo le barriere e aprendo nuovi orizzonti.
Musicalmente, l’album fonde post-punk, art rock, electro-punk e indie, giocando con distorsioni, dissonanze e ritmiche spezzate, alternando caos e melodia. Il sound è urgente, riflessivo, spietato e malinconico.
I suoni contenuti nell’album sono stati suonati e raccolti utilizzando una varietà di apparecchiature e tecniche, tra cui vocal transformer, pitch shifter, effetti distorsione, basso elettrico, batteria, lo Sherman Filterbank, sintetizzatori analogici e digitali, registrazioni sul campo, sampler, groove box, Machinedrum e Tracker.
Il titolo é una citazione di David Foster Wallace, e rappresenta due aspetti cruciali: il tempo sfuggente e l’inevitabilità del chiederci chi siamo. Frømm raccontano la “generazione Ryanair“, segnata dallo sradicamento e da una nostalgia indefinita, ma non di una casa e di una terra perdute, quanto di un possibile che non è mai diventato reale. Il sound riflette questa condizione di desiderio, frustrazione e ricerca di un nuovo punto di riferimento.
Frømm è un collettivo musicale dedito alla sperimentazione analogica e digitale, caratterizzato da un approccio destrutturato alla composizione. Ogni traccia è un’esplorazione delle possibilità acustiche del suono, combinando sintesi modulare, texture noise, processamento e manipolazione vocale. La loro estetica fonde materiali sonori metallici, pattern ritmici industriali e modulazioni elettroniche estreme, creando un ecosistema sonoro che oscilla tra glitch, drone e post-industrial.
Il collettivo ha intrapreso un viaggio strutturato come una trilogia, in cui ogni capitolo rappresenta un passo significativo nell’evoluzione musicale e concettuale.
The Anthropological Imagination (2023) ha gettato le basi, unendo ritmi glitchati e atmosfere oscure.
Il secondo capitolo, Frømm (2024), ha introdotto una nuova dimensione con l’ingresso del basso acustico e di una voce sempre più presente, spingendo al contempo verso territori ancora più sperimentali. Le tracce, cariche di tensione e imprevedibilità, hanno dato vita a un sound acidamente diretto, che naviga tra drum & bass, electro-rock e lo-fi. Il lavoro ha ottenuto ottime recensioni a livello internazionale, grazie anche al video di Daft Brunch firmato dal regista Zavvo Nicolosi (Colapesce e Dimartino, Zen Circus, Baustelle..)
Durante le esibizioni live il trio crea atmosfere oscure e psichedeliche che prendono forma attraverso proiezioni visive e installazioni artistiche, amplificando il messaggio di ogni singolo brano in un viaggio sensoriale immersivo.
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