♪ PAREIDOLIA MUSICALE ♪
Rubrica a cura di Andrea Gioè
- Raccontaci brevemente chi è Stepha.
Sono un cantautore che ha trovato nella musica uno strumento per comunicare con il mondo esterno. Tutto è nato ai tempi delle scuole superiori quando io e altri miei amici suonavamo in cantina. La musica ci accomunava e tra le altre cose era anche una buona scusa per passare i sabato pomeriggio assieme. Con gli anni poi ognuno di noi ha preso la sua strada e la musica è passata in secondo piano, ma dentro di me è sempre rimasta quella voglia di raccontare attraverso le parole le mie emozioni. E adesso eccomi qui a raccontarvi di me e dei miei testi.
- Per la playlist AIA Artists for Spotify ci hai proposto “Non ho detto niente”.
Cosa significa per te questa canzone? Quando l’hai composta? Che risultati hai già ottenuto? Dove desideri possa arrivare?
“Non ho detto niente” è una canzone che ho scritto quasi due anni fa; l’ispirazione è venuta dopo aver visto un film di cui non ricordo il titolo. C’era questo ragazzo molto timido, innamorato di una ragazza che però non lo vedeva. Per “colpa” della sua timidezza si avvicinava a lei con l’intento di dichiararsi ma senza mai riuscirci. Dopo aver scritto la canzone, rileggendo il testo mi sono accorto che racconta molto di me e del mio carattere introverso.
La canzone è uscita a giugno dello scorso anno e ha raggiunto i ventimila ascolti su Spotify. Tra i brani che ho pubblicato, credo che sia quello che ha colpito di più e per il quale ho ricevuto più apprezzamenti.
Non c’è un punto di arrivo, scrivo musica per il piacere di farlo e per raccontare i miei pensieri. Credo che l’importante sia proprio questo, riuscire a coinvolgere l’ascoltatore durante l’ascolto e far sentire sue le parole che ascolta.
- Per quale buona ragione la gente dovrebbe ascoltare e acquistare la tua musica?
È una bella domanda, però credo che la musica andrebbe sempre ascoltata indifferentemente da chi l’ha composta. La musica è un po’ la nostra ancora di salvezza che ci accompagna in tutti i nostri stati d’animo.
- Sei mai stato definito la copia di qualcuno?
No, la copia no, ma in tanti mi hanno definito il “quinto nomade”.
- Quanto contano veramente per te le tue canzoni?
Io sono una persona timida e di conseguenza le mie canzoni sono una valvola di sfogo, un modo di esternare i miei pensieri, le mie emozioni ed il mio modo di vedere il mondo che mi circonda.
- Sai cos’è la Pareidolia? Mentre stai rispondendo a questa intervista, alza gli occhi al cielo (guarda fuori dalla finestra) e dimmi cosa vedi?
Certo, è quello strano fenomeno mentale che ci porta a vedere dei volti umani o animali guardando il cielo o un qualsiasi altro paesaggio.
A parte una nave che sta solcando il cielo direi niente.
- Se dovessi definire le tue canzoni come figli, potresti dire di avere un figlio prediletto?
No perché i figli sono tutti uguali, sono tutti sullo stesso livello anche se c’è chi è più permaloso e chi più brontolone, chi sorride di più e chi piange di più.
- Quanto è versatile la tua voce?
Dipende da quanti acuti vuoi che faccia!!!
- Qual’è stata l’esperienza musicale più figa che hai vissuto in tutta la tua carriera?
Ecco anche qui è difficile rispondere… ho cantato molte volte davanti alla gente ed in ognuna di queste c’è sempre stato un qualcosa che ha lasciato il segno. Probabilmente le esperienze più belle sono quelle dove ho incontrato i grandi della musica da Ruggeri a Fausto Leali, Bungaro, Iva Zanicchi e altri ancora.
- Qual è stato il tuo rimpianto artistico più grande?
Di aver cominciato a studiare canto troppo tardi.
- Ti senti più Dr. Jekyll o Mr. Hyde?
Credo che in ognuno di noi esista una parte di Dr. Jekyll e una parte di Mr. Hyde, dipende tutto dalle percentuali.
- Artisticamente parlando … cosa ti ha fatto più incazzare in questi anni?
Mi fa rabbia che ci sia “qualcuno” che voglia indirizzare all’ascolto di un determinato genere musicale a scapito di altri. La musica deve essere sempre libera e l’ascoltatore pure.
- Nel cassetto dei tuoi sogni ci stanno tre duetti. Se potessi dargli un nome, a quale artista preferito li attribuiresti?
È difficile perché sono tanti che stimo. Così su due piedi direi Ruggeri, Nek e Ermal Meta.
- Chi è il tuo fan più fedele e sincero?
Sicuramente mio papà che mi ha seguito sempre lungo il mio percorso.
- Eventi e progetti futuri ne abbiamo?
Assolutamente sì, sto lavorando sul secondo EP che spero di farvi sentire presto.
- Manda un saluto speciale a tutti i lettori del MEI e dicci dove possiamo trovarti e ascoltarti.
Un saluto a tutti i lettori e grazie per il tempo che mi avete dedicato. Se vorrete, potrete ascoltarmi su tutti i Digital Stores e seguirmi sulla pagina FB. Naturalmente cercate STEPHA. Ciao.
Non ho detto niente di Stepha è presente in AIA Artists Vol.9 https://open.spotify.