Si torna agli anni ’90, a quel sound inglese che ha trascinato intere generazioni dentro un doposcuola di romanticismo e speranza, di nuove rinascite e di quel suono che amavamo rendere eterne da dentro le autoradio rigorosamente a cassetta. Ma “Split Soul” è anche un disco di futuristiche visioni, di apologie e, al tempo stesso, di visioni globali su un tempo che di sua natura ci regala inevitabili pitture di contraddittorie apocalissi. Insomma: Antonio Pugliese pubblica un nuovo disco che va consumato a debita distanza dal futuro.
Sfide della vita moderna: questo disco offre soluzioni o fa denuncia?
Ho scritto questo disco con molta consapevolezza ma allo stesso con molta umiltà, credo che per una buona parte sia un lavoro che offra spunti per poter riflettere ed allo stesso tempo offrire soluzioni. La consapevolezza di sé stessi implica la conoscenza e l’accettazione di chi siamo, dei nostri valori, dei nostri desideri e delle nostre emozioni.
Penso che il riconoscimento dell’importanza di guardarsi attorno per stare bene con se stessi e con gli altri implica la consapevolezza dell’ambiente circostante e delle relazioni che ci circondano ma soprattutto di una prospettiva differente a quella in cui ci poniamo ogni qualvolta ci capiti qualcosa.
E le tue sfide? Quanta biografia c’è?
Per una volta ho deciso di mettermi in un angolo e di osservare me stesso fare qualcosa di diverso ma soprattutto vedere cosa avrei potuto realizzare in un momento di crisi artistica.
Ho iniziato a scrivere questo disco guardandomi in dietro ma poi ho capito che non avrei mai prodotto qualcosa che potesse realmente rappresentarmi perché i tempi passati erano passati e la vita era andata avanti. Ho dovuto tirare fuori il meglio di me mettendomi in gioco su ogni brano, cercando di lasciare ben scolpito un messaggio per ogni brano. Credo che di biografico ci sia il giusto per rendere il tutto più vero e magico senza dover per forza immaginare uno scenario, sarebbe stato poco sincero nei confronti dell’ascoltatore finale.
Tante facce ma su tutte una: l’apocalisse. Non fa paura se ci si ama?
Credo che l’amore possa trasformare la paura in coraggio e ti possa permette di affrontare le sfide più grandi. Esprime l’idea che l’amore e l’affetto reciproco possono superare anche le situazioni più difficili e spaventose e per certi versi più gradi di noi.
Sono certo che l’amore può essere un faro di speranza nelle situazioni più buie, un catalizzatore per la resilienza e la trasformazione personale e collettiva. Indipendentemente dalle circostanze che ci circondano, se ci si ama, la paura può essere affrontata e superata, aprendo la strada a un futuro più luminoso. Penso che ognuno di debba vivere la propria apocalisse emotiva e persona al fine di poter comprendere meglio cosa conta davvero nella propria vita.
Bella la copertina: è un taglio ed un messaggio che riprendi anche per il singolo… perché?
L’artwork di questo album è stato concepito in modo tale da poter comprendere il significato globale del disco in tutte le sue sfaccettature. Split Soul è il ritratto di un momento di ognuno di noi, toccare il fondo per poi far tornare il sereno nel nostro cuore e nella nostra mente. Il fiori rappresentano tutto quello che spesso pensiamo sia superfluo ma che alla fine si rivela la base su cui noi poggiamo le nostre speranze.
Del resto in mezzo alle tempeste della vita, scopriamo che la speranza risiede dentro di noi, come una fiamma che può illuminare anche il più oscuro dei sentieri.
Connotati sociali in questo disco? Ne hai dato una lettura simile anche?
Nel mondo frenetico e complesso in cui viviamo, spesso dimentichiamo l’importanza delle piccole cose che ci circondano, quelle semplici ma preziose. Sono i connotati sociali che, nella loro semplicità, possono portare gioia, connessione e significato alle nostre vite.
Un sorriso sincero scambiato con un estraneo, un bel gesto inaspettato verso qualcuno o un semplice gesto di gratitudine possono creare un’atmosfera di calore umano nella società. Sono queste piccole azioni quotidiane che ci ricordano la bellezza delle relazioni umane e l’importanza di nutrire un senso di comunità che negli ultimi anni abbiamo perso, diventando sempre più vuoti.
Ci sono piccole cose ci ricordano che non siamo soli, che condividiamo un mondo in cui ciascuno di noi ha un ruolo e un impatto. La semplicità delle piccole cose ci invita a rallentare e apprezzare il presente che in certi casi si trasforma velocemente in un futuro disastroso.