Santorosso cambia taglio, si addentra in maniera ancora più decisa nelle sonorità rock, non come genere fine a se stesso, ma come strumento: per urlare il dolore e raccontare le profonde lacerazioni dell’anima interiore nel brano “Intonaco”, e dell’umanità intera alle prese con la guerra e con la pace nel brano “Vladivostrock”.
I testi sono sempre nel suo stile, tendenti all’ermetico, ma chi è portato a comprenderli non potrà non apprezzare il coraggio di affrontare certe tematiche e di schierarsi in modo netto e chiaro.
Quello che Santorosso afferma nei suoi brani, che definisce come “poesie prestate alla musica”, è il profondo malessere dell’essere umano, analizzato nei più acuti dettagli e che non può lasciare indifferenti gli ascoltatori, anche coloro che si soffermano sul significato più superficiale del testo..