La 41 stagione prosegue il 22 giugno alle ore 19 con un recital del pianista bolognese MATTEO RUBINI, classe 1985, diplomato al Conservatorio G. B. Martini di Bologna con Fiorenza Barbalat dopo aver studiato con Sandro Baldi, perfezionato in varie accademie e master class con maestri quali Igor Roma, Valentina Berman, Fabio Bidini, Paolo Bordoni, Roberto Cappello, Leonid Margarius, Olaf John Laneri e Sofya Gulyak. Come spesso accade, da ognuno di questi Rubini ha appreso qualcosa, ma non si può dire che appartenga ad una sola scuola. Oltre al pianoforte ha anche approfondito lo studio teorico conseguendo laurea magistrale all’Università di Bologna con una tesi sulla tecnica e l’estetica pianistica romantica. Questa preparazione ad ampio raggio ne ha fatto un interprete molto personale, dalla tecnica brillante e sicura, che gli consente di spaziare nel repertorio sempre mantenendo una sua forte personalità artistica.
Lo si deduce anche dall’impaginato del suo recital al Circolo della Musica, che apre con la Sonata in la maggiore K 331 di Mozart, celebbre per il movimento finale “alla turca” ; seguirà la Sonata n. 31 in la bemolle op. 110 di Beethoven, terminata il giorno di Natale del 1821, stranamente senza nessuna dedica. Ecco perché qualcuno vi ha voluto leggere un commovente omaggio al Gesù Bambino e al presepe cattolico. Si prosegue con Ständchen (La Serenata) di Schubert/Liszt, Paysage di Liszt (è il terzo numero degli Studi Trascendentali) e conclude con la celeberrima Parafrasi da Concerto sul Rigoletto di Verdi, più comunemente conosciuta come “Liszt Rigoletto”: un pezzo tanto piacevole all’ascolto quanto ricco di insidie tecniche per chi lo suona, in cui Liszt privilegia le arie del Duca, di Gilda e il celebre Quartetto. “Rigoletto non c’è – scrive al proposito Piero Rattalino nel 2012 – ma in realtà, siamo sinceri, Liszt se lo toglie giustamente dai piedi perché nel Quartetto il personaggio che dà il titolo all’opera fa soltanto la parte del gufo. La parafrasi, pur centrata sul Duca, vede però la vittoria dell’infelice Gilda che si sacrifica per amore”.