Proseguono gli appuntamenti con la ventiseiesima edizione del Festival Duni di Matera: “Patrimoni Sonori” è il tema-chiave dell’edizione del 2025 della rassegna.
Tra le realtà più longeve e consolidate del panorama della musica antica in Italia, il Festival è parte del prestigioso REMA (Reseau Européen des Festivals de Musique Ancienne). LaRete Europea della Musica Antica promuove la musica medievale, rinascimentale e barocca in Europa e riunisce oltre 130 membri da 23 diversi Paesi, tra cui festival, accademie e artisti, per favorire la cooperazione, lo scambio di informazioni e la diffusione della musica antica.
Antonio Vivaldi ed Egidio Romualdo Duni saranno al centro del nuovo concerto del festival materano: i due protagonisti del Settecento strumentale saranno, infatti, celebrati venerdì 7 novembre alle ore 20.00 con un concerto-evento che si terrà negli spazi del Palazzo Viceconte di Matera, in occasione del 250esimo anniversario della morte del compositore materano Egidio Romualdo Duni.
Antonio Vivaldi è oggi, in tutto il mondo, uno dei più noti compositori della storia della musica, amatissimo anche da un pubblico non abituato alla musica “classica”. Ed era già famosissimo al suo tempo, come dimostra l’enorme quantità di musica che gli veniva richiesta. Eppure, dopo la sua morte in povertà a Vienna nel 1741, il suo nome fu presto dimenticato e non compare in nessuna enciclopedia fino alla sua riscoperta piuttosto recente e in qualche modo romanzesca: soltanto intorno al 1930 furono acquisiti dalla Biblioteca Nazionale di Torino con due donazioni successive (Fondo Foà e Fondo Giordano) 27 grandi volumi manoscritti (quasi tutti autografi) che comprendono la gran parte delle opere di Antonio Vivaldi oggi conosciute: 80 cantate, 43 composizioni sacre compreso un oratorio, 20 melodrammi e pasticci e circa 307 composizioni strumentali. Questa epopea è stata brillantemente narrata in un recente romanzo storico di Francesco Maria Sardelli e dette origine alla “Vivaldi Renaissance”, consacrata da una Settimana Musicale Senese dedicata per la prima volta interamente a Vivaldi, di cui la Ricordi cominciò tempestivamente l’edizione delle musiche mentre a Venezia Antonio Fanna creava l’Istituto Italiano Antonio Vivaldi, ancor oggi fervidamente attivo presso la Fondazione Cini di Venezia.
La produzione strumentale di Vivaldi è sbalorditiva: 600 tra concerti e sonate, di cui quasi la metà per uno o più violini solisti, e altre opere per fagotto (39) violoncello (30) oboe (25) e via via per strumenti molto più rari e insoliti. Rispetto al violino, soltanto 25 furono i concerti composti per il “flauto” o “flautino”, denominazione che al tempo di Vivaldi denotava sempre il flauto dolce (e la sua taglia più piccola), ben distinto dal “traversiere” che è poi divenuto il flauto traverso della orchestra moderna. Non erano molti i compositori del tempo di Vivaldi che dedicarono concerti a questo strumento nobilissimo ma spesso usato solo per arricchire la tavolozza timbrica delle orchestre in arie d’opera o sacre riferite a paesaggi agresti, giardini incantati, uccelli, e cosi via. Dal 1725, tuttavia, una grande moda per il flauto dolce prese corpo in varie città italiane, tra cui Napoli, Roma e Venezia, spingendo compositori molto rinomati a dedicare sonate e concerti allo strumento, a volte pubblicati dalle ditte specializzate di Amsterdam, Parigi o Londra. Nei due concerti presentati in questo programma, RV 440 e RV 444, per le due taglie di strumento, si avverte lo straordinario virtuosismo che Vivaldi chiede all’esecutore, in questo caso uno dei più apprezzati a livello internazionale.
In alternanza con le pagine vivaldiane sono stati scelte alcune delle Sonate a Tre dalla edizione stampata da Egidio Romualdo Duni a Rotterdam da Alexis Magito nel 1738 (Sei sonate a tre Op.1) all’inizio del suo periodo olandese, durante il quale si iscrisse all’Università di Leiden e divenne paziente di un medico allora celebre in Europa, ricordato nel titolo di una commedia di Goldoni. Si tratta di un’edizione eccezionale non soltanto per il compositore materano, noto principalmente per le sue musiche operistiche, ma anche perché fu la prima edizione a stampa di musica da camera in Olanda. Più volte eseguite in varie occasioni concertistiche del Festival Duni – anche grazie all’edizione moderna per lo stesso Festival curata da Angelo Pompilio partendo da una ricerca di Luigi Pentasuglia – queste triosonate possono essere eseguite anche in forma di sinfonie per più strumenti ad arco per ognuna delle tre parti, secondo la prassi del tempo. Vivaldi era ancora vivo quando Duni faceva conoscere questo stile italiano al nord Europa, ma iniziava il tempo del suo declino, mentre il musicista materano avrebbe avviato nel decennio successivo il suo fortunato soggiorno in Francia.
Francesco D’Orazio. Violinista e direttore.
Nato a Bari, si è laureato in Lettere e diplomato in violino e viola. Il suo vasto repertorio spazia dalla musica antica eseguita con strumenti originali (è il violinista de l’Ensemble l’Astrée di Torino, con cui ha registrato numerosi dischi) alla musica classica, romantica e contemporanea. Ha tenuto concerti in tutta Europa, Nord e Sud America, Messico, Australia, Nuova Zelanda, Cina e Giappone esibendosi al Festival di Salisburgo, alla Royal Albert Hall, alla Philarmonie di Berlino, al Teatro alla Scala e al Festival di Tanglewood. Ha inciso per Decca, Hyperion, Stradivarius, Amadeus e suonato con la London Symphony, l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, la Filarmonica della Scala, la BBC Symphony Orchestra, i Berliner Symphoniker, la Shangai Philarmonic, la RAI di Torino, la Filarmonica di Nagoya, l’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia diretto, tra gli altri, da Lorin Maazel, Hubert Soudant, Sakari Oramo, Ingo Metzmacher, Pascal Rophé, Luciano Berio. Innumerevoli le sue registrazioni discografiche ed apparizioni radio-televisive in Italia e a livello internazionale. Nel 2010 è stato insignito del Premio Abbiati, quale “Miglior Solista” dell’anno. Suona il violino “Comte de Cabriac” realizzato a Cremona nel 1711 da Giuseppe Guarneri. È il direttore principale e animatore dell’Orchestra Barocca del Festival Duni di Matera fin dalla sua creazione.
ALDO ABREU, flauti dolci
Aldo Abreu ha portato il flauto dolce e il suo repertorio in molte sedi prestigiose negli Stati Uniti, in Europa, Nuova Zelanda, Australia e nella sua terra d’origine, il Venezuela. Da quando ha vinto il primo premio al Concorso “Concert Artists Guild” del 1992, Abreu ha iniziato un’intensa carriera solistica ed è stato ascoltato in recital tra l’altro all’Ambassador Auditorium di Los Angeles, al Gardner Museum di Boston, alla Pick-Staiger Hall della Northwestern University di Chicago, alla Spivey Concert Hall di Atlanta, al Metropolitan Museum of Art e alla Weill Recital Hall della Carnegie Hall di New York. Vincitore del “Premio Flauto Dolce” (Germania) e del “Concours Musica Antiqua” (Belgio), Abreu ha partecipato a numerosi festival tra cui Spoleto, OK Mozart, Boston Early Music Festival e Recorder 200 in Australia.
È stato solista in concerti con i Solisti di New York, la Handel and Haydn Society, la Boston Baroque, la West Shore Symphony, la Illinois Chamber Symphony, la Savannah Symphony, la Billings Symphony e la Dubuque Symphony Orchestra. Abreu esegue spesso opere contemporanee per flauto dolce. Tra queste, The Kid from Venezuela del compositore Pete Rose, Echoes and Shadows di Christopher Cook, Concerto per flauto dolce e orchestra, commissionato a Ricardo Lorenz dalla Concert Artists Guild, e, più recentemente, Concerto per flauto dolce e orchestra di Lawrence Weiner, sono state scritte per Abreu. Abreu ha anche esplorato la ricca ma raramente ascoltata musica di compositori latinoamericani del periodo barocco e contemporaneo.
Aldo Abreu è stato per molti anni il primo flauto dolce della Boston Baroque, la prima orchestra barocca di Boston, diretta da Martin Pearlman. Ha partecipato a numerose produzioni di opere, oratori e cantate di Händel, Purcell, Bach e Monterverdi. È anche apparso più volte come solista nei loro concerti di celebrazione del Capodanno. Come docente, Abreu fa parte della Faculty del New England Conservatory, dove dirige il Dipartimento di Musica Antica della NEC Preparatory School, e del Dipartimento di Esecuzione Storica della Boston University nel College of Fine Arts e insegna anche nel Berklee College. Nell’ottobre 2019, Abreu è stato nominato direttore dell’ensemble sinfonico “El Sistema” presso la East Somerville Community School.
Concerti e Sonate di Vivaldi e Duni
Antonio Lucio Vivaldi
(Venezia 1678 – Vienna 1741)
Concerto in sol minore RV159 per archi e bc
Egidio Romualdo Duni
(Matera 1708 – Parigi 1775)
Triosonata in la maggiore op.1 n.1 per archi e bc
Antonio Vivaldi
Concerto in do maggiore RV444
per flauto dolce soprano, archi e bc
Egidio Duni
Triosonata in la maggiore op.1 n.1 per archi e bc
Antonio Vivaldi
Concerto per violino in re maggiore RV208 “Il Grosso Mogul” per violino, archi e bc
Antonio Vivaldi
Concerto in do minore RV440 per flauto dolce, archi e bc
Aldo Abreu solista flauti dolci
Orchestra Barocca del Festival Duni
Silvia Grasso – Valerio Latartara – Maurizio Lillo – Giovanni Rota – Sabrina Santoro _ violini
Pasquale Lepore _ viola
Daniele Bovo – Francesco Parente _ violoncelli
Grace Troilo _ contrabbasso
Sabino Manzo _ clavicembalo
Violino solista e Direttore: Francesco D’Orazio


