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La musica è da sempre uno strumento potente di comunicazione, capace di raccontare storie e sentimenti con una profondità che solo le note e le parole possono raggiungere. Il brano “Vertigine” è il risultato di una riflessione intensa su un amore che si trasforma in una vera e propria sfida interiore, un confronto tra ciò che siamo e ciò che desideriamo essere. Attraverso questa canzone, l’artista non solo racconta una parte della sua esperienza, ma invita anche l’ascoltatore a immergersi in un percorso di auto-scoperta e di empatia.

Abbiamo avuto il privilegio di parlare con l’autore di “Vertigine”, un artista che ha scelto di tornare alla musica dopo anni di silenzio, spinto da un bisogno interiore profondo. In un’intervista sincera e autentica, ci ha raccontato il legame tra il suo vissuto e le sue canzoni, l’influenza dell’Aikido nel suo approccio alla musica e la trasformazione che sta vivendo sia nella vita che nel suo percorso musicale.


1. “Vertigine” racconta il momento in cui l’amore diventa una sfida interiore. Hai mai vissuto personalmente quella sensazione? Quanto c’è di autobiografico nel brano?

“Ho provato quelle sensazioni, i miei brani attingono sempre da un vissuto, il primo impulso è sempre quello di raccontarsi”, ci spiega l’artista. “Poi, quando gli appunti presi riescono a diventare una canzone, mi domando come coinvolgere l’ascoltatore, come è possibile condividere l’esperienza vissuta rimanendo fedele al sentimento provato.” Una riflessione che pone l’accento sulla difficoltà di tradurre un’emozione in una forma che sia in grado di toccare anche chi ascolta, senza perdere la sincerità dell’intento originale.


2. L’Aikido, presente nel videoclip, è un’arte che trasforma il conflitto in armonia. Pensi che la musica abbia lo stesso potere? In che modo cerchi di trasmetterlo nei tuoi brani?

L’artista paragonando l’Aikido alla musica, sottolinea come entrambe le pratiche possano agire come strumenti di connessione profonda tra le persone: “L’aikido è un sistema di allenamento che attraverso la collaborazione di tori e uke rende possibile apprendere e conoscere profondamente l’altro. La musica è una delle forme di comunicazione più immediate di cui l’uomo disponga, in questo senso c’è una similitudine.” La sua musica, infatti, si propone come un viaggio emotivo che crea empatia, riducendo la distanza tra chi canta e chi ascolta. “Nelle mie canzoni metto al centro il mio cuore, le mie fragilità, credo che questo porsi in maniera ‘disarmata’ possa aiutare chi ascolta a immedesimarsi, a creare un’armonia.”


3. Sei tornato alla musica dopo anni di silenzio per un bisogno interiore. Cosa è cambiato in te rispetto agli inizi e cosa, invece, è rimasto identico?

“Ho ricominciato a scrivere per un’urgenza”, ci racconta, rivelando la spinta emotiva che l’ha riportato alla musica. “Dopo la scomparsa di mio padre, ho avuto bisogno di ri-conoscere me stesso e di andare a sistemare quelle cose che nella mia anima erano messe un po’ alla rinfusa.” Un’esperienza di crescita personale che l’ha portato a scrivere in modo diverso: “Non posso più fare a meno di scrivere, perché è diventato per me un aiuto a vivere, a leggermi, a condividere, a conoscere le mie paure, a essere un uomo più libero.” Sebbene il suo approccio sia evoluto, il desiderio di raccontarsi attraverso la musica è rimasto immutato.


4. “Dimmi che qualcosa cambierà” è una frase chiave del brano. Qual è la trasformazione che desideri più profondamente nella tua vita e nella tua musica?

L’artista ci confida un desiderio che va oltre l’aspetto personale, che si riflette nella sua musica: “Io desidero essere felice e vorrei diventare così libero da poter accettare che questa felicità abbia la forma che Dio ha scelto per me, non quella che io mi sono immaginato.” Una riflessione profonda sulla felicità, che nel brano si traduce in un’aspirazione di cambiamento. “Nel brano non dico ‘Dimmi che sarai come io sogno’, ma che ‘qualcosa cambierà’, perché il desiderio è di amarsi, di essere felici insieme e potrebbe essere che non debba cambiare solo lei, ma anche io, anche il nostro ‘cuore avaro’.” Un invito alla trasformazione, sia interiore che collettiva, attraverso l’amore e la consapevolezza.

“Vertigine” non è solo una canzone, ma un percorso di crescita personale che l’artista ha scelto di condividere con il suo pubblico. La musica, come l’Aikido, ha il potere di trasformare il conflitto in armonia, e in questo brano, l’autore ci invita a riflettere su quanto sia importante riconoscere le proprie fragilità e imparare ad amarsi per ciò che si è. Un lavoro che nasce dal cuore e che, pur nel suo vissuto personale, riesce a toccare ognuno di noi, accompagnandoci in un viaggio di trasformazione e consapevolezza.

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