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Mia Wallace come simbolo di seduzione e pericolo, synth-pop anni Ottanta che diventa ossigeno, rinascita primaverile ed emozioni senza freni: Zak ci racconta il suo nuovo singolo “Mia” tra riferimenti cinematografici e stati d’animo sinceri.


Dopo i primi esperimenti con “Hangover”, l’eleganza retro di “Se Non Esisti Tu” e l’intimità di “8 Minuti”, Zak torna con un brano che soffia via l’inverno e spalanca le porte all’estate: “Mia”, un inno synth-pop dal sapore ottantiano, pensato come “ossigeno” per chi ama senza chiedersi troppo il perché. Tra luci al neon e atmosfere Tarantiniane, il titolo omaggia Mia Wallace di Pulp Fiction, icona di eccesso e fragilità. Scopriamo dal vivo come questo mix di cinema, cuore e melodie vintage ha preso vita:


Intervista a Zak
  1. «Hai scelto Mia Wallace come simbolo di seduzione e pericolo: quale aspetto del suo personaggio senti più affine alle tue emozioni quando scrivi musica?»
    Credo ci siano personaggi di film e di serie TV in grado di diventare iconografie generazionali di chi li ha vissuti o di chi li ha scoperti.
    Nel caso di Pulp Fiction credo sia l’immagine di Mia Wallace (a partire dalla locandina del film) ad avere questa particolare aurea.
    Mia Wallace è genio e sregolatezza, la fragilità dell’insoddisfazione umana di chi apparentemente ha tutto ma deve raggiungere l’eccesso e il conseguente rischio di perdere ogni cosa per rendersene conto.
    Credo che ognuno a modo suo sia un po’ Mia nella vita.

  2. “Mia” è un inno alla rinascita primaverile e al cuore che sboccia. In che modo il risveglio della natura ha influenzato la tessitura sonora e lirica del brano?
    In realtà credo che a influenzare la scrittura del brano sia stato l’idealismo della rinascita. Mi spiego meglio:
    Quando stavo scrivendo Mia, fuori c’era freddo e le giornate erano estremamente corte, insomma, l’inverno dominava e la cosa più utile per affrontarlo era chiudere gli occhi e immaginare un’altra stagione.
    Credo che le stagioni non siano quelle che si susseguono ma piuttosto quelle che ci portiamo dentro, metaforicamente parlando. Mia rappresenta un riscatto personale e un risbocciare delle sensazioni del cuore senza pensare alle conseguenze vivendosi a pieno il qui e ora.

  3. Il ritornello dichiara “Sei come Mia Wallace, in te mi ci perdo”: qual è per te il confine sottile tra perdere il controllo e lasciarsi andare? E come lo hai trasformato in musica?
    Il confine tra perdere il controllo e lasciarsi andare è estremamente sottile.
    Si cerca sempre di trovare un punto comune tra cuore e cervello, ma il cuore è istinto, il cervello razionalità. Questa dicotomia la vivo da sempre anche per tutto il resto nella mia quotidianità.
    Sono un segno di fuoco (Ariete) che convive con l’ascendente in Vergine e spesso devo arrivare al limite per riordinare il mio disordine. Credo l’amore sia così e spesso calpestiamo o superiamo quella linea immaginaria tra il controllo e il vivere il tutto.
    L’innamoramento è un incendio senza controllo, l’amore è il saper ardere lentamente ma con consapevolezza, in altre parole gli inizi sono sempre qualcosa di devastantemente meraviglioso.

  4. Gli anni Ottanta sono il cuore pulsante di “Mia”. Cosa ti ha insegnato quel decennio, non solo a livello estetico ma anche emotivo, per raccontare oggi l’amore e la passione?
    Gli anni ottanta sono qualcosa di estremamente poliedrico. È difficile non trovarci qualcosa che parli di noi. Le produzioni musicali di quegli anni sono qualcosa di avanguardistico ma se passiamo ad altre cose, lo sono anche i film, le pubblicità, i brand e l’estetica.
    Per me gli anni ottanta sono colori di led tra l’azzurro e il fuxia, con il sapore di feste, bit e casse in 4.
    Amo la musica di quel decennio ma adoro e vengo dalla musica di due decenni prima, ciò nonostante quell’immaginario e ciò che si porta appresso credo sia qualcosa di non replicabile.
    Potrei consigliare una puntata di Black Horror a riguardo: San Junipero.


Con “Mia”, Zak non solo celebra un’estetica retrò, ma ci invita a un viaggio interiore fatto di audacia, colori e rinascita. Ascolta il singolo su Spotify e YouTube e lasciati trasportare dal ritmo che spezza l’inverno e accende il cuore.

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