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https://open.spotify.com/intl-it/track/2Az7lLKie9DUlGS9DWoqFz?si=4053bb47c98744e2

Con “I’m a Lover”, The Skillgates confermano la loro capacità di raccontare emozioni e dinamiche urbane attraverso un rock contemporaneo diretto e incisivo. Il singolo, quarto della loro discografia recente, arriva a pochi mesi da This Summer e mostra un lato più intenso e notturno della band: qui l’amore non è un sentimento statico, ma un motore che spinge all’azione, alla scoperta di sé e degli altri, nel caos e nella bellezza della città.

Il brano si distingue per un equilibrio tra potenza e melodia, tra energia ritmica e atmosfere evocative. Le chitarre creano un tessuto sonoro deciso, la batteria scandisce il ritmo con precisione, e il basso sostiene ogni passaggio, dando al brano una solidità che ne valorizza i momenti più riflessivi. Il testo, pur nella sua essenzialità, evoca immagini vive: luci al neon, strade percorse di notte, la tensione tra movimento e introspezione. La sensazione che emerge è quella di una libertà emotiva vissuta senza compromessi, un invito a muoversi nel mondo con energia e autenticità.

Il singolo è anche l’occasione per annunciare due date live molto attese: il 19 dicembre al Defrag di Roma e il 14 gennaio al Doolin Pub di Latina. In queste occasioni, il pubblico potrà sperimentare in prima persona la forza di un brano concepito per essere vissuto sul palco, con tutte le sue dinamiche, il suo ritmo e la sua carica emotiva.

In “I’m a Lover” la notte diventa un luogo di libertà e movimento. Qual è stato il punto di partenza per costruire questa atmosfera?
Tutto è partito da un’immagine molto semplice: una camminata notturna in città, quando le luci dei neon si riflettono sull’asfalto e la musica diventa parte del paesaggio. In quel momento la notte non è più buio, ma spazio aperto, libertà. Abbiamo voluto catturare quella sensazione di movimento continuo, di vita che scorre senza fermarsi. È una notte che non spaventa, ma accoglie.

Il ritornello, semplice ma diretto, è uno dei punti di forza del pezzo. Come è nato?
È nato in modo istintivo, quasi per gioco. Volevamo una frase che fosse immediata, che avesse la forza di uno slogan ma la leggerezza di un canto. “I’m a Lover” ci è venuto spontaneo, come se fosse già lì, da sempre. È un modo per affermare sé stessi, per dire “sono vivo, mi muovo, amo”. Lo abbiamo costruito su un ritmo che spinge e invita a cantare insieme, senza pensarci troppo.

Nel brano si percepisce una ricerca di autenticità. È una direzione che sentite di seguire anche come band, oltre che nella scrittura?
Assolutamente sì. Per noi l’autenticità è la chiave di tutto. Non vogliamo inseguire mode o tendenze, ma restare fedeli a ciò che ci rappresenta. Ogni pezzo nasce da un’emozione reale, da qualcosa che viviamo o osserviamo. Anche come band, cerchiamo sempre di essere sinceri, di non filtrare troppo. Se un brano vibra davvero, non c’è bisogno di aggiungere altro.

La produzione è pulita ma energica, moderna senza risultare fredda. Qual è stata la vostra priorità in fase di registrazione?
La priorità è stata mantenere il calore. Volevamo un suono moderno, ma che restasse umano, pieno di respiro. Abbiamo lavorato molto sull’equilibrio tra elettronica e strumenti reali, cercando di far convivere energia e naturalezza. Ogni suono doveva servire la canzone, non sovrastarla. “I’m a Lover” doveva suonare vivo, come se nascesse ogni volta che parte il primo accordo.

C’è un legame preciso tra le immagini del testo e la vostra esperienza personale, oppure prevale l’immaginazione?
È un mix delle due cose. Le immagini vengono da esperienze vissute, ma poi si trasformano, diventano universali. “I’ve lost my soul tonight” non è un fatto concreto, è una sensazione che tutti possono provare. Ci piace muoverci su quel confine tra realtà e sogno, dove la vita quotidiana si intreccia con ciò che immaginiamo. È lì che la musica trova la sua verità.

Quanto è importante per voi mantenere un’identità riconoscibile da un singolo all’altro?
 Molto importante. Ogni brano può avere un’anima diversa, ma vogliamo che chi ci ascolta riconosca subito “gli Skillgates”. Ci piace sperimentare, cambiare sfumature, ma dentro c’è sempre la stessa visione: libertà, ritmo, emozione. L’identità per noi non è una gabbia, ma una bussola che ci tiene fedeli a ciò che siamo, anche quando esploriamo nuovi suoni.

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