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Un EP che sorprende per la sua capacità di unire impatto e coerenza, senza rinunciare a “fuori pista” ricchi di personalità: così si presenta Eclettica, il primo lavoro di Alessandra Del Grosso in arte SITRA. Grazie alla preziosa collaborazione con il produttore Mauro Zotti, questo progetto suona futuristico pur restando radicato nella tradizione del pop d’autore, raccontando la vita come “centro di gravità permanente” in una forma che rifiuta l’omologazione.


Un esordio che danza attorno al pop. Il nuovo pop cambia di forma e di vestito ma ha sempre la stessa faccia in fondo. Cosa ne pensi?
Penso che sia così. Prende forma come tutta la musica su tre elementi: melodia, testo, armonia e ritmo. Il Pop secondo me si differenzia in quanto “strutturato” nella forma compositiva e credo che sia proprio l’elemento che gli dà più leggerezza.

Da produttrice che tipo di ricerca hai fatto sul suono?
Una ricerca specifica sul sound design la farò dal prossimo disco, mi manca ancora da esplorare il mondo dei synth modulari. Nel disco ECLETTICA ho sperimentato negli arrangiamenti, sia nella scelta degli strumenti, sia riguardo le strutture che hanno quasi tutte un ritornello strumentale. Ho inserito strumenti “world music”, suoni di synth vari, (alcuni costruiti da me da zero) pianoforte, chitarra elettrica, campionamenti miei sia di voci che di oggetti. Il senso è mischiare passato e presente, usando un cantato melodico che ricorda il cantautorato e produzioni con sonorità elettroniche contemporanee.

“LUCE” – Official Video
https://www.youtube.com/watch?v=jfiGBp9MB34

La prima traccia, il pianto di un bambino, la nascita… di cosa parliamo? Cosa per davvero nasce?
Questa nascita ha un significato un po’ egocentrico, racconta la nascita del mio alter ego “SITRA” che poi ha in sé anche la storia della mia rinascita.

Con Mauro Zotti che lavoro è stato? Dove ti ha condotto come artista e come produttrice?
Con Mauro è stato un lavoro spontaneo. Ci conosciamo da anni grazie agli studi in conservatorio, c’è stima reciproca, e abbiamo lo stesso modo di vivere la musica, cioè con libertà.

I titoli di questo EP non lasciano scampo: c’è tanta ricerca dell’intimo e dell’altrove?
C’è dell’intimo sicuramente, è un disco autobiografico quindi c’è scritta la mia storia.

Esiste comunque sempre una dimensione del “noi”… della congiunzione così come del mutuo rapportarsi (vedi la danza). Ha senso? E posso chiederti perché?
C’è sempre il “noi” perché racconto di dolori causati dai rapporti umani, per cui c’è sempre l’altro a volte in chiave dannosa, a volte in chiave salvifica. La scelta di miscelare l’arte della danza con quello della musica ha l’obiettivo di aggiungere il senso della vista a quello dell’udito. Lo scopo è quello di rafforzare la comunicazione.


Ascolta “Eclettica” su Spotify
https://open.spotify.com/intl-it/album/37NA9vUB1P6CKnFvKm3PVi?si=wspUPzxVTDWsqVUTuRIZKA

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