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C’è un filo invisibile che lega musica, teatro, poesia e impegno. Un filo che attraversa l’opera di Herbert Pagani, artista poliedrico e visionario, e che oggi torna a vibrare nel doppio album “Pagani per Pagani”, realizzato dalla sorella Caroline.
Attrice, cantante e autrice, Caroline Pagani firma un progetto intenso e raffinato, che rende omaggio alla figura di Herbert con uno sguardo personale, ma anche collettivo. Un dialogo tra generazioni e tra linguaggi, dove le canzoni diventano teatro, e la memoria familiare si fa voce universale. Ne abbiamo parlato direttamente con lei, in un’intervista che mescola emozione, riflessione e tanta, tantissima arte.


Herbert Pagani è stato un artista poliedrico e visionario. Nel tuo doppio album “Pagani per Pagani”, quali aspetti della sua arte hai voluto mettere maggiormente in luce e perché?

Nel doppio album che ho dedicato a mio fratello Herbert ho cercato di mettere in luce la ricchezza e la complessità dei suoi contenuti, evidenziandone la varietà e la forma, sempre elegante. Herbert riusciva a unire profondità e leggerezza, come nel brano “Ça fait trois jours que j’ai pas fait l’amour”, interpretato da Giorgio Conte.
Anche gli adattamenti italiani di Jacques Brel – come “Sai che basta l’amore” – mostrano come fosse capace di rendere accessibili temi universali senza mai scadere nel melodramma.
Il suo spirito rinascimentale, curioso e talentuoso in arti diverse, è presente anche nella veste grafica del disco, che evoca la sua attività visiva. Un artista totale.


Il tuo percorso spazia tra teatro, cinema e musica. In che modo queste esperienze si intrecciano nel tuo lavoro e come hanno influenzato l’approccio a questo disco?

Queste forme espressive non sono così diverse fra loro. Come diceva Herbert, “le arti sono tutte fra loro comunicanti”. Il teatro, per me, è il luogo dove tutto si incontra: voce, corpo, musica, luce, scenografia, emozione. È un atto vivo, un incontro irripetibile tra artista e pubblico.
Nel cinema, invece, l’incontro è mediato dall’artificio, ma resta un intreccio di linguaggi.
La musica è sempre presente, anche nella musicalità delle parole. In questo disco ho portato un approccio da “cantattrice”, con grande attenzione al significato delle parole e all’interpretazione emotiva. Alcuni brani sono veri pezzi di teatro-canzone, come “Palcoscenico”, scritto da Herbert per “L’asse di equilibrio” di Giorgio Gaber.


Hai collaborato con artisti straordinari come Danilo Rea, Fabio Concato e Shel Shapiro. C’è stata una collaborazione che ti ha sorpresa in modo particolare?

Ogni artista ha portato un contributo prezioso, rendendo moderne e senza tempo queste canzoni.
Danilo Rea, con “Albergo a ore”, ha creato un’atmosfera libera ed emotiva, quasi impressionista.
Shel Shapiro ha curato anche l’arrangiamento di “Porta via”, mantenendone lo spirito originario, con le chitarre e i cori di Ivan Graziani.
Fabio Concato ha dato a “Da niente a niente” una leggerezza profonda, parlando della solitudine dell’artista in tournée e citando Luigi Tenco, a cui Herbert fece l’ultima intervista.
Sono incontri che hanno arricchito il progetto con nuove sfumature, rispettando sempre l’anima dei brani.


Se dovessi far conoscere Herbert a una nuova generazione con un solo brano, quale sceglieresti?

Difficile scegliere, ma forse “La mia generazione”. Parla di amore familiare, e di come questo amore a volte vada costruito da zero, quando non si è ricevuto. È un messaggio universale.
Penso anche a “Teorema”, che ha una parte distruttiva e una costruttiva, piena di speranza. Il dramma viene superato grazie alla condivisione, alla forza dell’amore.
Sono brani che parlano ai giovani di oggi, perché l’amore, la ricerca di senso e di bellezza, sono ancora le grandi forze che ci muovono.


Il progetto si chiama “Pagani per Pagani”, ma riguarda tutti. È un invito a riscoprire Herbert, ma anche a ritrovare, dentro di noi, quella voce che cerca poesia, profondità e verità.

Come ci ricorda Caroline, l’arte non ha confini: è corpo, parola, suono, luce. È un atto d’amore. Sempre.

Per Amore dell’Amore – Caroline Pagani

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