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Dopo il sorprendente debutto di questo amore mortale, Dada Sutra torna con la versione deluxe PIÙ, arricchita da tracce inedite, remixes e la potente aggiunta di “DIVA”. Abbiamo incontrato l’artista per capire come si è evoluto il concept del suo progetto, il perché della scelta live di “Canto di carcerati” e quali tre parole userebbe per descrivere l’atmosfera distopico-urban di “Berlino Ovest (feat. Greams)”.

L’intervista

Com’è cambiato il viaggio emotivo di “questo amore mortale” ora che hai aggiunto “DIVA” e le tracce sacrificate nella versione deluxe PIÙ?
 Penso che sia più sfaccettato e ricco di sfumature, ma non cambiato nella sostanza: rimane lo stesso trip.


Quale atmosfera volevi creare con la live di “Canto di carcerati” e perché l’hai scelto come ciliegina per questo amore mortale PIÙ?
Mi piace tantissimo quel pezzo e lo suono spesso live. Credo che sia molto in linea con il resto delle canzoni, sia per il tema che per la natura del brano, per le scale che usa, di derivazione popolare, ma non è davvero un pezzo popolare. Mi piace l’idea di reinventare delle tradizioni, riscrivere la storia — cosa che, per esempio, fa anche Kathy Acker, a cui è dedicato un altro brano della versione PIÙ — e aggiungere questo pezzo mi aiutava a riassumere tutto questo.


 Se dovessi descrivere in tre parole il mood distopico-urban di “Berlino Ovest (feat. Greams)”, quali useresti per invogliare il pubblico MEI a recensirlo?
Io trovo che in qualche modo sia un pezzo insieme alieno, sexy e tamarro, voi che dite?

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