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Fuori su tutte le piattaforme digitali venerdì 4 aprile 2025 per Hot Studio Records (distr. Believe Music Italia) il nuovo album del progetto Ilmostrodellaband dal titolo “L’espressione del mostro”. Il disco contiene 8 canzoni , 5 prodotte da Kazemijazi (producer a Londra) e 3 da Flavio Ferri (Delta V). Tra i brani contenuti, c’è anche la cover di “Spaziale” di Edda. I temi trattati sono autobiografici, spesso riflessioni sulla vita. Si parte dal passato per arrivare a un presente più lucido e consapevole. Sentimenti, emozioni e ricordi si intrecciano in una nuova vita che parte da una nuova casa e da una ritrovata dimensione. Non mancano i tributi alle persone care, con riflessioni sulla morte (“Serenella nel vuoto”, “M.D.”), nonché un brano scritto durante la pandemia COVID (“Virus e catene”). La produzione di Kazemijazi richiama la dark wave, l’elettronica degli anni ’80 e il synth pop. Flavio Ferri si muove sempre sull’elettronica ma con sfumature diverse e costruisce una base con piano e atmosfere eteree sulla cover di Edda.

 

Stai portando avanti il discorso del mostro, il tuo alterego musicale. Come mai questa metafora e che cosa ha a che fare con te? 

Parte tutto da mio figlio, la scelta del mostro è in qualche modo legata ai suoi disegni da bambino. Poi però me lo sono cucito addosso. Mi sento un po’ un personaggio disegnato da lui che esprime i sentimenti in musica. È una cosa che mi piace portare avanti perché nasce da una sua idea e per me è molto importante.

 

Come hai conosciuto Kazemijazi, e come hai deciso di affidarti a lui? Sei andato a Londra da lui o siete riusciti a lavorare a distanza?

Era un periodo di ricerca musicale, parlo di 7 anni fa circa. Ho trovato il suo nome legato a una delle mie band preferite e l’ho contattato. È stato da subito molto disponibile a capire chi ero e cosa facevo a livello musicale. Abbiamo sempre lavorato a distanza, in piena libertà, devo dire che oggi lo sento come un amico. Il nostro rapporto si è molto evoluto. 

 

Che ne è dei Dorom Dazed, che fanno parte del tuo passato musicale? Ti manca mai la dimensione “band” a sfavore del tuo progetto solista?

Dorom dazed era sempre un progetto solista, anche se avevo dei musicisti che mi seguivano. È stato per pochissimo una band. La differenza è che quel progetto era più rock, abbracciava la mia anima meno sperimentale.  Prima o poi dovrò riprenderlo, penso di aver lasciato delle cose in sospeso.

 

Finalmente un full length. Come si capisce quando è arrivato effettivamente il momento giusto per pubblicare un album? 

 

Dal 2020 ho pubblicato solo singoli e ben 2 ep, sinceramente mi mancava qualcosa di più concreto e che potesse raccontare in modo più completo questo periodo della mia esistenza. Ultimamente la moda dei singoli sta rovinando il racconto di artisti e musicisti. In un disco si possono trovare storie e emozioni più complete, c’è una maggiore espressione artistica. 

 

E come sta andando il tuo 2025?

Diciamo che questo disco mi sta dando delle energie che pensavo di aver perso. Mi sento di nuovo stimolato per suonare dal vivo e proporre le mie cose a un pubblico. Non è scontato che tutto ciò possa accadere. Mi sono sempre definito un cantautore da studio, non di certo un animale da palcoscenico. Per me l’importante è avere stimoli musicali, altrimenti arriva la depressione, meglio la musica!

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