Dal primo EP ai palchi di festival, fino al confronto con la scena indipendente e la forza di un team solido: Lauryyn ci racconta come ha affrontato la creazione del suo album, l’importanza del live, le sfide dell’emergente e il valore di un’etichetta coesa.
1. “ ‘Doppio Fine’ arriva dopo un percorso costruito passo dopo passo, tra EP, live e riconoscimenti. Come ti sei preparata artisticamente e mentalmente al tuo primo album?”
Per il nuovo album ho lasciato che il processo creativo e la direzione si definissero in modo naturale: in realtà ho deciso di non prepararmi. Avevo idee, immagini e suoni in testa che si sono definiti in divenire. L’andamento del primo EP mi ha dato molta carica e mi ha fatto riflettere su quanto è importante essere veri in quello che si fa.
2. “Dal MI AMI a New York, passando per festival indipendenti e aperture importanti: quanto conta per te il palco nella tua evoluzione artistica? Cosa ti porti dietro da queste esperienze?”
Il palco credo sia per tutti gli artisti il luogo dove tutto prende senso. In questi due anni ho suonato tanto in festival stupendi, passando da spettatrice a protagonista. La ricchezza più grande dopo la mia prima release sono stati i live.
3. “La tua musica unisce ricerca e identità. Come vivi il confronto con la scena italiana emergente e quali sono le sfide, oggi, per un progetto come il tuo nel panorama indipendente?”
C’è una scena emergente italiana molto viva e di livello e questo non può che stimolarmi. Sento più rete e supporto fra gli artisti su temi come l’industria musicale e la difficoltà di restare indipendenti. Mi sento ottimista: intravedo un ritorno alla purezza musicale e la sfida è far arrivare la mia musica a più persone possibili, senza compromessi.
4. “Sun Village Records e Filippo Bubbico sono due presenze costanti nel tuo percorso. Quanto è importante avere una squadra con cui costruire un linguaggio coerente, anche in un contesto indipendente?”
Non sarei quella che sono senza l’incontro con Filippo e la scena di Sun Village nel momento in cui volevo lavorare come autrice indipendente. Molte realtà di successo, dal mainstream all’underground, nascono da un team – anche di una sola persona – con cui si costruisce nel tempo un’identità artistica coerente, e questo fa la differenza.