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Torna un cantautore elegante, ancora libero (come recitava il titolo di un suo precedente disco), delicatissimo nella scelta delle parole, cesellate quasi fosse un antico artigiano.
Ivan Francesco Ballerini pubblica un nuovo lavoro per RadiciMusic Records: si intitola “La guerra è finita”, accompagnato dal secondo video ufficiale – dedicato proprio alla title track – per la regia sensibile e poetica di Nedo Baglioni.
Una canzone d’autore che richiama i maestri di un tempo, ma con un’anima moderna, pulita, sincera. Un artista che non rincorre le luci glitterate dei canali ufficiali, ma costruisce con pazienza e verità il proprio sentiero.


C’è un giovane soldato che scrive lettere e canzoni dal fronte… ma alla fine scopriamo che sei tu, con la tua memoria del militare a Savona. Cosa ti ha spinto a riscrivere quel ricordo adesso, in forma di ballata?

Volevo scrivere un brano che parlasse di un soldato innamorato, che scrive lettere alla sua fidanzata. Ma man mano che scrivevo, ho capito che quel soldato ero io.
Il servizio militare non è stato un bel periodo: ero lontano da casa, e passare l’estate in uniforme non mi piaceva affatto.
Ora che sono passati quasi quarant’anni, tutto si è tinto di rosa, come accade spesso con i ricordi. C’è quella malinconia lieve che si posa sulle cose che sappiamo non torneranno più. È questo il respiro della canzone. Come scrivo nel brano: “una ciocca di capelli ti spedirò per posta”.


E cosa ti ha fatto pensare che fosse giunto il momento di dirci: “la guerra è finita”?

Credo che arrivi per tutti un momento in cui dobbiamo fare pace col passato.
Con le ingiustizie, le delusioni ricevute da chi consideravamo amici, con i dolori familiari…
Dobbiamo chiudere con tutto ciò che ci ha frenati, per guardare avanti.
Sempre con amore, perché la vita è un miracolo che dura un soffio. Dovremmo saperlo godere.
Ecco, per me “La guerra è finita” significa questo.

🎥 Guarda il video ufficiale:


Il video – anzi, il film – di “La guerra è finita” ha il respiro del cinema. Quanto conta per te la dimensione visiva?

La regia è di Nedo Baglioni, che considero più che un collaboratore: è un amico con cui condivido una visione.
L’ho conosciuto durante le riprese del video di Gufo Grazioso e da allora non ci siamo più lasciati.
I suoi video mi commuovono sempre, perché ci mette il cuore. Riesce a dare un volto alle mie canzoni. Ed è per questo che continuo ad affidargli i miei brani.
Ogni volta che ricevo un suo video, il cuore mi batte forte.

🎬 Guarda anche “Linea d’ombra”

 


Hai scritto questi brani prima dei conflitti che oggi ci toccano da vicino. Credi esista un’intuizione profonda, quasi inconsapevole, che anticipa gli eventi?

Forse sì. Quando si è molto sensibili, si riesce a presagire ciò che accadrà.
“La guerra è finita” è, in fondo, una canzone d’amore.
Amore per la donna amata, per la vita, per le stagioni, per la natura. E soprattutto amore per chi è stato meno fortunato di noi.
Credo che oggi, in un mondo ferito e disilluso, abbia ancora qualcosa da dire.


Nel disco ci sono ragazze che studiano sotto le bombe, figli che partono, amori che resistono. E anche la figura di tuo padre, la pittura, la poesia. È questa la tua idea di resistenza?

Sì. Mio padre è un pittore, ed è lui che ci ha trasmesso la passione per l’arte.
In casa nostra non si parlava di gossip o calcio, ma di pittura, poesia, scultura, musica.
Io scrivo canzoni, i miei fratelli – Antonio e Mauro – sono scrittori. La letteratura è parte di noi.
E credo davvero che, quando si riesce a parlare di cose importanti con un linguaggio profondo e appropriato, accada un piccolo miracolo.
Oggi, che la lingua italiana è così trascurata, questo è ancora più urgente.
Un ritorno al significato delle parole, contro la superficialità.


“Il mondo aspetta te” chiude (e apre) il disco con una luce nuova. Che mondo sogni per i giovani a cui scrivi?

“La quercia nel grande giardino è colma di fiori,
e i rami protesi nel cielo sembrano afferrare tra le fronde i colori,
che il pittore ha cercato a fatica di intrappolare…”

Non credo serva aggiungere altro.
Se amate la letteratura, avrete capito cosa desidero trasmettere.
È un’eredità fatta di bellezza, speranza e gratitudine per la vita.


Sei al quarto disco in cinque anni, ma solo di recente hai iniziato a scrivere canzoni tue. Cosa provi ogni volta che nasce un brano?

È sempre una grande gioia. Ma anche una nostalgia, perché ogni brano concluso è un altro momento che vola via.
Ho lavorato tanto, grazie anche al mio direttore artistico Alberto Checcacci, che ha saputo valorizzare ogni brano come un piccolo capolavoro.
Ora voglio fermarmi un po’. Tornare alla mia amata chitarra acustica, approfondirla, esplorarla. Poi vedremo.
Per me scrivere è un atto di libertà e necessità, un modo per abitare meglio il nostro tempo.

🎧 Ascolta l’album “La guerra è finita” su Spotify
🔗 https://open.spotify.com/intl-it/album/05qSyJSuMiMscc5Dsznjpr

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