“Mare e amare: due parole che si fondono nel titolo del tuo album. Qual è stata la scintilla che ti ha portato a esplorare il legame tra l’elemento naturale e quello emotivo?”
Da torinese, vivo in prima persona un rapporto ambivalente con il mare, di repulsione e attrazione, per cui per me è una metafora perfetta della convivenza di due opposti. Il mare poi è sia superficie che profondità. Noi esseri umani cerchiamo un equilibrio tra queste due dimensioni, dove le nostre emozioni giocano in un eterno inseguimento: spesso quando viviamo in superficie sentiamo il bisogno di andare più a fondo con i sentimenti, ma quando siamo in profondità a volte rischiamo di affogarci dentro e desideriamo tornare in superficie. Esistono poi tanti tipi di “mare”, quello concreto ma anche quello digitale di internet.
“Nel concept di mareAmare, la dimensione virtuale è un mare in cui ci immergiamo, rischiando di perderci. C’è un momento personale in cui hai sentito di dover “riemergere” dalla rete per ritrovare te stesso?”
In realtà mi capita tutte le volte in cui mi fermo, inizio a navigare sulla superficie infinita di reel, stories, post, articoli, meme e immagini e, senza accorgermene, mi ritrovo perduto in questo labirinto così impalpabile eppure così immersivo. So che non sono il solo a vivere questa esperienza. A volte è persino bello farlo, ma può essere pericoloso. Internet è una dimensione virtuale e come in tutte le dimensioni virtuali se ti immergi è facile perdersi. Pensiamo all’innamoramento, all’immaginazione, all’oblio delle droghe o dell’alcol, oppure al sogno e alle sue infinite potenzialità. Sono tutte dimensioni virtuali dove il nostro spirito può vagare. Ognuna di esse contiene in sé i due estremi, illusione e verità, salvezza e perdizione. Dov’è però la linea di confine tra questi due estremi? Dove finisce l’uno e inizia l’altro? A volte quella linea è sfumata e diventa difficile distinguere.
“L’album è diviso tra Superficie e Profondità, quasi come due anime opposte. Qual è il brano che, secondo te, meglio rappresenta il confine tra queste due dimensioni?”
Ogni canzone esplora questa danza sul confine, al ritmo delle onde marine e digitali, seppur in modo diverso. “Sottacqua” parla della necessità di andare a fondo nelle emozioni quando navighi da troppo tempo in superficie, magari su internet, come raccontavo prima. Scendere giù però è un impegno, bisogna prendersi la responsabilità delle emozioni, che non è cosa semplice. Ma sono convinto che il nostro cuore, anche se diventa una zavorra, allo stesso tempo può essere una riserva inestinguibile di ossigeno che ci permette di respirare in profondità. La canzone “Sottacqua” in quest’ottica è un po’ un invito a farlo, a varcare il confine.
“Il progetto si estende oltre la musica, con racconti e illustrazioni. Se dovessi trasformarlo in un’esperienza immersiva, come immagini che il pubblico potrebbe ‘vivere’ mareAmare?”
Ho pensato ad una forma live proprio in quest’ottica e si chiama “mareAmare – Ballate tra superficie e profondità“. Si tratta di uno spettacolo musicale teatrale in cui percorriamo tutte le canzoni del concept album, mescolando immagini video ed estratti dei racconti che ho scritto (raccolti in un libro edito da Morsi Editore e illustrati dall’artista Sara Zollo). Una performance in bilico tra musica e teatro. Il 13 marzo alle ore 21:00 sarà in scena alla Casa del Teatro Ragazzi e Giovani di Torino, in band completa e con cantautrici ospiti che hanno già partecipato all’album come Stefania Tasca, Giulia Impache, Liana Marino, Rossana De Pace, Fausia, Vea. Esiste anche una versione in solo e in duo: l’idea è di portarlo in giro il più possibile adattandolo per il teatro, la libreria o il locale, ma mantenendo sempre il più possibile il connubio fra teatro, musica e lettura.