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1. “La Prima Volta” racconta il percorso di un amore che si evolve. Quale fase del “viaggio dell’eroe” si riflette maggiormente in questo brano e come vi siete relazionati a questa trasformazione nel processo creativo?      

La prima volta è una canzone che parla di sguardi, dal primo causa dell’innamoramento a quello quotidiano dell’amore maturo. Lo sguardo è un laccio, una corda a cui assicurare il proprio sentire nei momenti di difficoltà. Guardare negli occhi il proprio amante è riconoscersi nell’altro, tenere viva una traccia, un filo di Arianna che segni sempre la via per uscire dal labirinto di Minosse, per fuggire nella difficoltà e per ritrovarsi nella gioia. Questo brano è un inno alla vita insieme, alla fantasia bambinesca del perdersi nell’altro.

2. Il viaggio dell’eroe è spesso segnato da sfide e cambiamenti. Nel vostro singolo, come rappresentate i momenti di difficoltà e trasformazione che ogni relazione attraversa? C’è un particolare punto di svolta che volete evidenziare?

La prima volta è un gioco fra dolore e gioia, speranza e nostalgia. Il gioco dello sguardo che ci lega come una corda all’altro coglie forse il punto più importante di ogni relazione: in ogni momento siamo sempre in bilico fra estremi opposti, la contraddizione è parte integrante dell’esistere quotidiano. Così nei rapporti la gioia non può prescindere dal dolore, la paura di perdersi dall’estasi del piacere. L’importante in fondo è esserci sempre per l’altro e anche quando sembra che nulla abbia più un senso dimostrarsi disposti a mettersi di nuovo in gioco e scompigliare le carte.

3. La maturazione di un amore, descritta in “La Prima Volta”, sembra parallela al percorso di crescita di un eroe. Come la vostra musica e il vostro sound si evolvono con questo “viaggio” emotivo, sia nel singolo che nel nuovo album “Altitudine”?

L’evoluzione che percorre il filo interno alla prima volta più che un gesto eroico è una lenta e difficile catarsi quotidiana. È un brano impregnato di amore a prima vista, gelosia e passione e che trae dai momenti di dolore le occasioni di riscatto che portano i rapporti più profondi a vincere le sfide del tempo. Così per noi, dopo un primo album cupo e colmo di dolore come “Preghiera violenta” abbiamo sentito la necessità di far uscire come primo singolo una canzone luminosa e densa di gioia come “La prima volta”. “Altitudine” per noi segna un nuovo atto del nostro percorso. Noi siamo cambiati, abbiamo vissuto, abbiamo sofferto ma soprattutto ci siamo innamorati di nuovo della luce. “Altitudine” sarà un album energico, vitale e diretto, nato e pensato appositamente per essere suonato dal vivo.

4. L’artwork di eenreeco sembra catturare l’essenza del viaggio emotivo e catartico del brano. In che modo la componente visiva è stata parte integrante del racconto del “viaggio” in “La Prima Volta”?

L’artwork preparato da Enrico Dalla Vecchia (@eenreeco) ci ha subito colpito in quanto è riuscito a cogliere il lato più delicato del brano e a renderlo immagine. Il richiamo fanciullesco ai due bambini che “giocano a perdersi” correndo all’interno di un labirinto di fiori dà luce all’idea alla base di tutto il brano, la vita è un percorso duro e in salita e a volte c’è bisogno di riconnettersi con la bambinesca delicatezza del gioco per riprendere gli spazi più profondi del nostro vivere e lasciarsi andare alla gioia esistenziale della meraviglia.

5. “La Prima Volta” esplora il tema del cambiamento, ma anche la costante del bisogno di connettersi con l’altro. Quali “guide” o “alleati” avete incontrato nel vostro viaggio musicale che vi hanno aiutato a mantenere salda questa connessione?

La connessione è il motivo più profondo per cui facciamo musica, stringere legami, sentire l’altro e relazionarsi col suo lato più profondo. Nel nostro cammino abbiamo avuto la fortuna di conoscere e collaborare con un numero particolarmente nutrito di musicisti e ognuno di loro ha lasciato qualcosa di fondamentale da cui imparare. La forza di questa band, forse, risiede proprio nel percorso sempre aperto a collaborazioni variegate e anche al fatto che ognuno di noi viene da un mondo musicale completamente diverso. Forse la guida più importante per un musicista è colei che spinge a giocare a perdersi per ritrovarsi sempre nuovi.

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