Ribelle, diretto, senza filtri. GÏRØ è un artista che porta sul palco e nei suoi testi la verità, senza compromessi. Cresciuto tra hip hop e punk rock, ha trovato nella musica la forma più autentica per raccontare la sua storia, le sue emozioni e le battaglie di chi, come lui, ha vissuto sulla propria pelle la difficoltà di essere se stessi in un mondo fatto di apparenze. In questa intervista ci parla del suo percorso, delle sue influenze e del sogno di riempire il Forum di Assago.
La tua musica è un grido di ribellione e autenticità. C’è stato un momento preciso nella tua vita in cui hai capito che il punk rock era la forma d’espressione giusta per raccontarti?
Io, GÏRØ, nasco con testi influenzati da artisti hip hop come Sangue Misto e Kaos One, ma nello stesso tempo ascoltavo anche Rancid, blink-182, Green Day, Finley. Come dico sempre, la mia musica è un fritto misto di generi, ma ho scelto il punk perché è la forma più ribelle che esiste. Questo è il mio modo per gridare al mondo: “Io ci sono e sono questo”.
Non c’è stato un momento esatto in cui ho scelto il punk, è stata un’evoluzione naturale, sia personale che musicale. Ricordo però di essere stato davanti al PC, di aver ascoltato un beat e di averci scritto sopra. Funzionava. Mi sentivo libero di esprimermi e da lì ho iniziato questo progetto con cui voglio far conoscere chi sono, cosa provo e cosa ho vissuto, raccontando non solo la mia esperienza ma anche quella di chi mi sta vicino.
C’è un brano dell’album che senti particolarmente vicino perché rappresenta al meglio la tua crescita artistica?
Sì, c’è un brano acustico in cui mi sono messo completamente a nudo. Ho raccontato tutto quello che sento, tutto quello che ho provato. Scriverlo è stato difficile, cantarlo lo sarà ancora di più, ma voglio farlo perché è il mio modo di donare una parte di me a chi mi ascolta. In questo pezzo si vede tutto il percorso che ho fatto, musicalmente e psicologicamente.
Se potessi scegliere un artista – passato o presente – con cui condividere il palco per un’esibizione esplosiva, chi sarebbe e perché?
È difficile scegliere. Se penso in grande, direi blink-182, perché sono stati la colonna sonora della mia adolescenza: primi amori, prime delusioni, problemi… praticamente hanno scritto la soundtrack della mia vita.
Se invece penso a oggi, direi NASKA. Lo sento molto vicino al mio modo di essere e al mio stile di espressione. È un grande artista, e sul palco insieme faremmo fuoco.
Il tuo sogno è riempire il Forum di Assago, un obiettivo ambizioso. Qual è secondo te l’elemento che può far arrivare la tua musica a un pubblico ancora più ampio?
La mia autenticità. Io sono esattamente come mi vedete, sul palco e nella vita. Nessun filtro, nessuna maschera.
Con la mia musica racconto la verità, bella o brutta che sia. Nei miei testi parlo di problemi reali, di esperienze che accomunano tutti, dai più giovani agli adulti. Per questo la mia musica può arrivare a chiunque: perché è reale.
Viviamo in un mondo di apparenze, una perfezione costruita che spesso ci fa soffocare il nostro vero essere. Lo dico nel mio primo singolo, “Truman Show”: oggi tutto è finzione. Ma io voglio essere la voce di chi ha paura di parlare, di chi si sente perso. Non vendo false speranze, dico solo che anch’io ho vissuto momenti difficili, ma ne sono uscito.
Io sono questo. IO SONO GÏRØ. E come dico sempre: FUCK THE SYSTEM.
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