La vostra prima data a Trento segna l’inizio di un’avventura importante: quali emozioni avete provato portando sul palco il vostro nuovo album El Canguro davanti a un pubblico nazionale?
“È stata una grande conquista: il nostro progetto è frutto di mille sacrifici. Le nostre canzoni nascono dopo giornate estenuanti passate a lavoro nei cantieri edili o nelle officine meccaniche, ore in sala prove e innumerevoli concerti nei contesti più umili. Trovarci lì, a Trento, e riuscire a coinvolgere un pubblico esigente, abituato ad ascoltare musica di qualità, è stata una conferma. Ballare insieme al pubblico la nostra musica inedita è stata un’emozione incredibile, perfettamente in stile Fratelli & Margherita.”
Con tre tappe così significative – Trento, Brescia e Torino – qual è l’aspetto del pubblico che più vi incuriosisce scoprire nelle diverse città?
“A Trento siamo rimasti sorpresi dal pubblico giovane: un bellissimo segnale che dimostra come ci sia ancora voglia di ascoltare musica suonata dal vivo con strumenti veri. È un pubblico disposto a seguire i big del combat folk, come Cisco e il suo Riportando Tutti a Casa Tour, ma anche curioso di scoprire nuove realtà musicali come la nostra.
Per Brescia e Torino le aspettative sono alte, considerando che le date sono già sold-out. A Brescia, inoltre, ci accompagnerà il violinista internazionale Matteo Penazzi, un nostro caro amico che ha collaborato alla registrazione del nostro disco El Canguro.”
Collaborare con Cisco vi ha permesso di raccontare la vostra storia in Margherita e i suoi Fratelli: in che modo questa collaborazione ha arricchito il vostro stile e il messaggio musicale?
“Cisco per noi è stato un punto di svolta (che ci ha fatto conoscere il nostro produttore Giordano Sangiorgi a Faenza): ci ha aiutato a trovare un’identità musicale autentica, invitandoci a eliminare tutto ciò che era artificioso o ridondante. Grazie a lui, siamo tornati all’essenza, senza paura di raccontare una storia così particolare: una band di quattro fratelli provenienti da una famiglia di sedici persone, abituati a lottare per tutto ciò che ritengono vero e necessario.”
Il vostro sound combat-folk nasce dalla libertà e autenticità delle vostre origini: quanto di queste radici portate nei brani e quanto lasciate spazio all’ispirazione del momento?
“L’autenticità è presente in tutti i nostri brani. Anche quando le canzoni raccontano storie ambientate in epoche e luoghi lontani – come la foresta tropicale, il polveroso West o le pianure dell’America Centrale – in realtà parlano di noi. È una chiave poetica per analizzare situazioni quotidiane contro cui ci scontriamo.
Nei nostri brani, ispirazione e radici si fondono: sono il frutto del mondo in cui siamo cresciuti. Nostro padre ci raccontava leggende del mare e ci faceva osservare il mondo attraverso l’obiettivo di una Nikon analogica; nostra madre ci educava con letture impegnate e appassionanti, mentre noi sgomitavamo per ritagliarci un fazzoletto di spazio nella nostra tribù. È un bisogno sincero di continuare a sognare e appassionarci alla vita con tutte le sue sfaccettature .
“Grazie naturalmente, infine, alla produzione di Materiali Musicali, organizzatori del Mei, che ci hanno permesso di intraprendere questa grande avventura..”
Con El Canguro, i Fratelli & Margherita continuano a incantare il pubblico, portando sul palco storie di vita, passione e autenticità. Restate connessi per seguire le prossime tappe del tour!
Siete il gruppo con cui avrei voluto suonare da sempre, complimenti e buona fortuna e successo meritato. Fabrizio, un chitarrista attempato. Ciao