Skip to main content

Il 16 maggio è uscito Body Count, quarto singolo del primo album di Filippo Poderini, e si sente subito che è un brano nato da un’urgenza vera, da una riflessione profonda, più che da un’idea musicale a tavolino. È l’ultimo pezzo ad essere stato confezionato in studio, ma ha il sapore di qualcosa che da tempo chiedeva di venire fuori.

Prodotto insieme al sound designer toscano SADI negli spazi dell’Audio Monk Prod., Body Count si muove sul solco tracciato dai precedenti brani dell’album, ma con una sensibilità diversa. Più malinconico, più intimo. L’introduzione, con quei synth anni ’80 che richiamano strumenti come il Juno o il DX7, apre subito una porta su un mondo personale, fatto di pensieri notturni e silenzi urbani.

Non ci sono istruzioni per l’ascolto, né interpretazioni preconfezionate: Filippo preferisce che ciascuno trovi il proprio significato tra le pieghe del brano. Ma ci racconta la sua genesi, che è un piccolo racconto in sé: una passeggiata solitaria per le vie di Città di Castello, la notte del 31 dicembre, mentre il mondo festeggia e lui riflette sulla ripetitività dell’esistenza. L’idea che ogni anno ricominci uguale a se stesso lo spinge a scrivere, cercando una via d’uscita da quel “loop” in cui si sente intrappolato.

Il testo è pieno di sfumature, oscillando tra l’iperbole e l’eufemismo, tra un’esigenza d’amore che non si sa come esprimere e un desiderio di autenticità difficile da sostenere. Il bridge cerca uno spazio neutro dove comunicare senza ferirsi, mentre nel ritornello si percepisce una stanchezza profonda, quasi fisica, una lotta contro le proprie abitudini e contro le aspettative degli altri.

Lo special è una dedica implicita, una scusa sussurrata a un amico distante, una riflessione sulla distanza che cresce anche senza colpa, quando si cerca di costruire la vita che si desidera.

Il titolo, Body Count, ribalta il suo significato più comune: non si parla di “conquiste”, ma dei molti Filippo che sono morti e rinati negli anni. Una conta simbolica dei cambiamenti interiori, dei passaggi obbligati per arrivare a chi si è oggi.

In definitiva, Body Count è un brano che non cerca l’effetto immediato, ma si insinua lentamente, con sincerità e profondità. È musica che non ha fretta, e che proprio per questo lascia il segno.

 

ASCOLTA SU SPOTIFY: https://open.spotify.com/intl-it/album/2yNBJSrOIRDwdpPAWxsilw 

 

https://www.instagram.com/filippo_poderini_/

https://open.spotify.com/intl-it/artist/747iR0nPiC0rIVzYj7IiKKsi=WRBBgzUCQ4OfrzuFcMmftA

https://www.youtube.com/@FilippoPoderini

Lascia un commento