In un’epoca in cui l’informazione scorre veloce e spesso viene assorbita senza un vero processo critico, i Fidelio trasformano questa dinamica in musica. Con il brano David Costa Wallace, la band affronta con ironia il rapporto tra informazione e dipendenza, riflettendo su come il consumo quotidiano di notizie possa influenzare il nostro modo di pensare. Ma il loro sguardo non si ferma qui: attraverso il concept album Solo i borghesi sopravvivono, in uscita entro fine anno, esplorano le contraddizioni e i compromessi della vita moderna, alternando leggerezza e profondità. Ne abbiamo parlato con loro per scoprire da vicino il loro approccio musicale e il messaggio che vogliono trasmettere.
1 – Il vostro progetto musicale sembra avere una forte impronta sociale. Come descrivereste il vostro approccio?
Ci interessa osservare le dinamiche sociali con uno sguardo talvolta ironico e talvolta empatico. In David Costa Wallace, per esempio, l’ironia è lo strumento con cui raccontiamo un fenomeno quotidiano: il modo in cui assorbiamo l’informazione e la facciamo nostra quasi senza rendercene conto. Ma nel resto del concept Solo i borghesi sopravvivono, che sarà pubblicato entro fine anno, affrontiamo anche temi più introspettivi, con un approccio più emotivo. Ci affascinano le contraddizioni e i compromessi della vita borghese, e soprattutto il modo in cui le persone li affrontano, li sfidano e/o li subiscono.
2 – Nella vostra canzone parlate di “dipendenza” da Morning. È una metafora più ampia?
La dipendenza è senz’altro un tema che ci affascina, anche se in questo caso si tratta di una dipendenza “sana”. Morning offre un’informazione di qualità e l’ascoltatore sa di potersi fidare. Il punto però non è il podcast in sé, ma il modo in cui la gente digerisce l’informazione: chi ascolta ogni mattina tende a interiorizzare quelle analisi e a riproporle come proprie. È un fenomeno che riguarda tanti ambiti, non solo l’attualità, ed è su questo che il brano si concentra.
3 – Qual è stato il momento in cui vi siete resi conto di questa “dipendenza” dal podcast?
Da ascoltatori di Morning, siamo stati i primi a renderci conto di non poterne fare a meno. Era diventato un rituale quotidiano. Ma il vero spunto per la canzone è arrivato dopo, quando abbiamo notato quanto fosse facile ripetere nelle nostre conversazioni le idee e le opinioni di Costa. E non eravamo gli unici: questa dinamica era ovunque, in tanti ambienti diversi. Così è nata David Costa Wallace: una riflessione caricaturale, non una critica, su questo meccanismo.
4 – Pensate che la vostra critica possa risultare scomoda?
Come detto in precedenza, non pensiamo che la nostra sia una critica. Il brano è una riflessione ironica sul nostro modo di consumare informazione, spesso in modo passivo e acritico. Ma non c’è alcuna accusa né alcuna posizione polemica. Anzi, ammiriamo profondamente il lavoro di Costa e quello che ha costruito con Morning. Se la canzone fa riflettere, ben venga, ma senza intenti provocatori.
5 – Il titolo è un gioco di parole che richiama David Foster Wallace. Perché questo accostamento?
Per molti ascoltatori, Costa è diventato una figura di riferimento, quasi un vate, come lo era David Foster Wallace per la cultura hipster dei primi anni 2000. Il parallelismo ci sembrava interessante e ironico. Inoltre, DFW ha spesso affrontato nei suoi romanzi il tema della comunicazione e del modo in cui elaboriamo le informazioni, quindi il collegamento ci piaceva ancora di più.
6 – Avete ricevuto feedback da Francesco Costa?
Sì! Ha ascoltato il pezzo e gli è piaciuto. Ne siamo molto orgogliosi.