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Con “Edera (Francesca De Giovanni)”, Leandro Pallozzi e i Vecchi Draghi rendono omaggio a Francesca Edera De Giovanni, una delle prime donne partigiane italiane, uccisa brutalmente dalle mani fasciste. Questo brano non è solo una dedica, ma un autentico inno di resistenza e lotta, che riafferma l’importanza di preservare la memoria storica e trasmettere i valori della libertà e della solidarietà alle generazioni future.

La canzone, intrisa di intensità emotiva e forza narrativa, riesce a raccontare una storia che attraversa il tempo, trasformandola in un messaggio universale: la lotta per la libertà è un dovere che non conosce epoche o confini. La figura di Francesca Edera De Giovanni, donna coraggiosa e simbolo di resistenza, emerge come un faro per chiunque voglia opporsi all’oppressione e alla violenza.


Un’esibizione memorabile al Vicenza Rock Festival

La partecipazione di Leandro Pallozzi e i Vecchi Draghi, con il loro sound folk, ha arricchito un panorama musicale prevalentemente orientato verso l’hard rock, dimostrando come la musica indipendente e inedita possa essere un terreno fertile per la collaborazione e l’ispirazione reciproca.

Questo approccio si lega idealmente ai principi del MEI (Meeting delle Etichette Indipendenti), un movimento che da anni promuove la musica emergente come strumento di espressione autentica e libera dalle logiche del mainstream. Proprio come il Vicenza Rock Festival, il MEI condivide la missione di creare spazi dove la musica possa essere un veicolo di valori e cultura.


Un’eredità da trasmettere

“Edera” è un’opera che non si limita a raccontare la storia di Francesca Edera De Giovanni, ma invita ad una riflessione più ampia sulla necessità di non dimenticare. Le parole della canzone diventano un ponte tra passato e presente, un monito per il futuro.

Il messaggio di Leandro Pallozzi e i Vecchi Draghi è chiaro: la resistenza non è solo un evento storico, ma un valore che vive in ogni atto di opposizione alle ingiustizie. E attraverso la musica, queste storie possono continuare a vivere, ispirando chi ascolta a mantenere vivo il ricordo e a difendere con forza i diritti conquistati.

Con “Edera”, il gruppo ci regala un pezzo di storia trasformato in arte, capace di toccare le corde più profonde dell’animo umano. Un brano che, come le radici della pianta da cui prende il nome, si intreccia con la nostra memoria collettiva, avvolgendola con la forza e la bellezza della musica.

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