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È stato festeggiato oggi lo scavo di PHI 12, il nuovo spazio sommerso termale che affiancherà Y-40 The Deep Joy, diventata in questi 11 anni punto di riferimento mondiale nell’architettura, nelle attività acquatiche e non solo.

“Ci siamo dedicati in questi ultimi due anni ad un nuovo spazio sommerso pensato non solo per la subacquea e l’apnea, ma anche per la ricerca, la formazione e l’arte, aperto all’imprevedibile, al nuovo, all’inatteso, in un’architettura innovativa dalla forte valenza turistica – ha spiegato l’architetto Emanuele Boaretto, ora nuovamente all’opera dopo avere ideato e progettato la piscina da record mondiale e successivamente Divecube a Taiwan.

“Nello scavo di Phi 12, abbiamo creato un percorso musicale in un contesto eccezionale, il cuore della terra, uno spazio che ospiterà l’acqua termale diventando complice e complementare di Y-40 The Deep Joy”.

È con queste parole che l’architetto ha coinvolto le tante realtà che andranno ad essere partecipi e protagoniste delle attività di Phi 12, un cilindro a cielo aperto che raggiungerà i 30 metri di profondità con caratteristiche tecniche studiate ad hoc. Con loro ha condiviso il momento attuale della costruzione ai piedi dei Colli Euganei, dall’eccezionale diametro di 12 metri, che sarà riempita utilizzando acqua di origine profonda ipertermale salsobromoiodica tra 32° e 34°C di temperatura.

PHI 12 SPAZIO SONORO, IL CONCERTO

E così, nel mezzo di questo cilindro, in un giorno di fermo cantiere, hanno risuonato i timpani barocchi di Marco Muzzati su la Marche de timbales di Philodor le Cadet, ma anche la voce di Elena Modena e gli strumenti di Ilario Gregoletto, ovvero gli InUnum ensemble, sulle musiche di Perotinus, dell’Anonimo del Codex Las Huelgas e di Hildegard von Bingen. A meno 20 metri ha poggiato anche il pianoforte di Leonardo Giulianelli, impegnato in Estampes di Debussy, e poi le trombe barocche di Matteo Frigé, Guido Guidarelli e Michele Santi per intonare la Fanfare for St. Edmundsbury di Britten.

L’idea di trasformare, anche solo per poche ore, Phi 12 in uno spazio sonoro è dello stesso architetto Emanuele Boaretto, nata in fase di costruzione: “A mano a mano che scendo con il lavoro di scavo, avverto la bellezza dello spazio vuoto di Phi 12: luminoso, ampio, in divenire. Poggiando i piedi sulla pietra rossa del fondo e volgendo lo sguardo verso l’alto, noto la somiglianza con la guglia di una cattedrale gotica. Nello spazio vuoto di Phi 12, si apprezza il silenzio interrotto solo dal suono delle gocce dell’acqua di falda e si è sorpresi dalla luce colorata del cielo che entra in modo inedito”.

“Costruire è di per sé un atto sacro, è un’azione che trasforma una condizione di natura in una condizione di cultura. Disegnare uno spazio architettonico mira a predisporre le forme ambientali affinché le attività, i sentimenti e le emozioni possano trovare un luogo in cui esprimersi– prosegue l’arch. Emanuele Boaretto – Certo è che l’architettura, come altre forme creative, tocca gli animi disposti ad indagare le suggestioni e le attese offerte dalla costruzione dello spazio. L’architettura è l’arte più fisica che esista: ha spazi interni e spazi esterni con vuoto interno ed esterno. Ispezionando tutti i giorni lo ‘scavo’, mi sono chiesto come avrei potuto esprimere la bellezza del vuoto che questo spazio accoglie. Il suo silenzio mi ha suggerito la risposta: la Musica era l’arte con cui dare esperienza del vuoto, perché la Musica si espande nello spazio, fino a quando, toccandone i limiti, lo definisce”.

COSA SARÀ PHI 12 E COSA LA RENDE UNICA AL MONDO?

Così, la nuova struttura architettonica, seppur in forma embrionale, inizia il suo percorso di vita dal mondo dell’arte, una delle molteplici utilità secondo cui svilupperà le sue attività.

Phi 12, infatti, è già stata richiesta come laboratorio scientifico-tecnologico di alto livello, utile alla ricerca medico – subacquea e aerospaziale, in grado di studiare le reazioni dei cambi pressori sul corpo umano, fruibile per la sperimentazione in assenza di gravità, a disposizione dei centri e delle università di tutto il mondo.

Ma sarà anche un centro internazionale di formazione di enti morali e corpi specializzati in ricerca e recupero, nella riservatezza che questi gruppi richiedono per i loro test. Potrà prevedere simulazioni di salvataggi dei soccorritori calandosi dall’alto, complice il fatto che non abbia una copertura.

Sarà, infine, uno studio per produzioni cinematografiche con effetti speciali, strumentazione professionale e la possibilità di ricreare più scenari adeguandoli alle diverse richieste e contesti, artistici o documentali, con set adattabili, in grado di ospitare scenografie con strutture giganti.

Phi 12 è uno spazio di interconnessione, dove dialogano pieno e vuoto, con una propria forma – continua l’architetto Boaretto -. L’analisi di quello che sarà contenuto, dall’acqua, alla sensibilità, all’immaginazione, ha determinato la forma esteriore dell’architettura che lo contiene. Quando, a opera ultimata, lo spazio architettonico ora pieno di aria, verrà riempito di acqua termale, artificio e natura si compenetreranno”.

E se la natura è fatta dai quattro elementi che danno al territorio euganeo le loro peculiarità, i momenti musicali sono stati dedicati al fuoco attraverso i timpani, che evocano il rombo del vulcano e l’energia incontenibile in cui si manifesta l’origine, la forza primitiva che dà impulso al movimento dell’acqua verso la superficie. Nella terra, invece, l’acqua si purifica e si arricchisce, pronta ad emergere, come la voce umana che, accompagnata da arpa medievaleviella organo portativo, celebra l’armonia tra uomo e natura, equilibrio e bellezza del creato. L’affiorare dell’acqua in superficie, fluida e vitale, è portata dalla composizione pianistica di Debussy, simbolo del continuo fluire dell’esistenza, in una danza tra la dolcezza delle sorgenti e il vigore della pioggia. Fino a trasformarsi in vapore, librandosi verso l’aria, l’elemento più leggero, che ascende come il suono delle trombe nel respiro del cielo.

Dalla più solida materia dell’Architettura alla Musica, la più aerea delle muse. Memorie culturali, tecniche e visioni evocative mi hanno indotto a far immergere, in quel profondo vuoto, pieno d’aria, musicisti e strumenti per esprimere l’Ambiente Sonoro della nascente Phi 12, un’opera aperta in grado di ispirare, dagli infiniti possibili. Questa esperienza ha un grande significato per me  confida Boaretto. – Non smetto di sperimentare per non smettere di rimanere sorpreso dai meravigliosi risultati che si ottengono in modo del tutto inaspettato”. 

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