Con il suo primo EP Corpo, ribL traccia un confine netto tra passato e futuro: quattro tracce che parlano di radicamento, coscienza e misura, e che mostrano un artista già maturo nella scrittura e nella produzione. Dopo anni in studio come strumentista e come insegnante, l’artista romano sceglie un approccio minimalista, dove nulla è lasciato al caso e ogni elemento sonoro serve a sottolineare il tema centrale del corpo come luogo di esperienza e consapevolezza.
1mo vagito, apertura dell’EP, è l’annuncio di una rinascita creativa: un tappeto di suoni stratificati ma calibrati, che fa spazio a una voce asciutta, priva di orpelli. Il testo è un manifesto di intenzioni, un invito a riscoprire il sé fisico e la sua relazione con il mondo. Con Dentro, ribL conferma la sua cifra riflessiva: tempi dilatati, arrangiamento ridotto all’osso e un senso di raccoglimento rarefatto. Qui l’ascoltatore viene guidato dentro un viaggio introspettivo, sostenuto da basso e percussioni appena accennate.
Radici sposta l’asse verso orizzonti più terreni: è il brano dove il legame con la natura diventa palpabile, e dove le sonorità organiche si fondono con l’elettronica leggera. Chiude Un mare di lacrime è il sole, un pezzo che raccoglie l’emotività di tutto l’EP, trattenuta ma non meno intensa, in cui le parole e i silenzi dialogano con una precisione chirurgica. In meno di venti minuti, Corpo si conferma un debutto misurato ma diretto, un biglietto da visita per un percorso solista che promette ulteriori evoluzioni.