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I BRO BERRI sono pronti a far ballare i club di tutta Italia, e non solo, con il loro nuovo singolo “La musica è semplice”, un brano che si muove al confine tra tech house e urban, fondendo groove club-oriented e attitudine street. 

 

“La musica è semplice” è un manifesto sonoro e personale: non contano le etichette ma solo l’energia. Il brano racconta l’evoluzione del duo: partito dalla musica elettronica ha scelto di spostarsi ad un genere più urban per necessità espressive, mosso da un’unica spinta: far muovere la gente. Il titolo stesso è una dichiarazione d’intenti: non servono, infatti, etichette di genere o definizioni, la musica è energia, emozione e movimento, è tutto ciò che succede quando ti lasci andare.

 

Il sound è diretto e coinvolgente, i richiami funk sono evidenziati da un 4/4 deciso che fa strada a kick serrati e hit-hat aperti, con l’aggiunta di un sassofono e di voci campionate che rompono gli schemi, portando un’irrefrenabile voglia di ballare. Su questa base spicca particolarmente lo spoken word della voce che fa da contrasto e dà ancora più personalità al brano. Il risultato è un ibrido sonoro che vuole sfuggire alle categorizzazioni. In questo singolo i BRO BERRI riescono a mescolare codici e influenze, sempre e solo con un’unica idea in testa: la musica è semplice, segui il ritmo.

 

Abbiamo deciso di affrontare meglio questo nuovo inizio, che deve imporsi inevitabilmente in un mercato iper saturo. Ecco cosa ci hanno raccontato. 

 

  1. Affermare che la musica è semplice” oggi, in unepoca di iperproduzione e algoritmi, è una posizione forte. Non temete che venga letta come un modo per banalizzare il mestiere del musicista?

 

No, non temiamo questa lettura, anche perché nel nostro caso la musica è semplice” è una provocazione, ma anche una dichiarazione damore. Non intendiamo dire che fare musica sia facile o poco profonda, anzi: è il contrario. La semplicità per noi è un traguardo, non un punto di partenza. In un mondo saturo di filtri, trend, numeri e pressioni algoritmiche, riuscire a comunicare qualcosa in modo diretto e istintivo è diventato quasi rivoluzionario.

 

  1. Il brano sembra giocare con lironia e la disillusione, ma qual è il confine tra sarcasmo e rassegnazione? C’è un rischio che lascoltatore resti fuori dal vostro doppio livello di lettura?

 

Tra il sarcasmo e la rassegnazione c’è la consapevolezza di chi ha avuto la fortuna di esplorare e sbagliare, crescere e cambiare, il coraggio di dire ciò che si pensa, non ciò che conviene. 

La nostra musica è un linguaggio sicuramente inusuale, non per qualunque ascoltatore. Anche in questo caso però siamo consapevoli del fatto che chiunque riesca a entrare tra i nostri livelli di lettura, ci accompagnerà nel viaggio per molti anni ancora, non sparirà nell’arco di un social trend o di un periodo di hype generato dall’algoritmo. 

 

  1. Il pezzo ha unidentità chiara, ma anche molto compatibile con i trend attuali. Quanto c’è di strategico, e quanto invece di autenticamente istintivo, nella vostra scrittura?

 

In realtà la scrittura nasce da un flusso spontaneo. Quando abbiamo composto La Musica è Semplice eravamo in studio, con poche parole chiave, un beat che ci faceva muovere e una sensazione precisa: quella di voler riportare la musica al suo stato più naturale. Il fatto che poi il brano si incastri bene in alcuni trend è quasi un effetto collaterale. Diciamo che la strategia viene dopo, magari nel modo in cui decidiamo di comunicarlo, ma al principio c’è sempre un approccio freestyle. Se non ci fa vibrare mentre la creiamo, per noi non ha senso pubblicarla.

 

  1. Essere un duo significa dover trovare costantemente un equilibrio: in La musica è semplice” si sente una voce unitaria o piuttosto un compromesso tra due visioni?

 

Questo ci piacerebbe sia di libera interpretazione dell’ascoltatore. Nel nostro caso, essendo fratelli di sangue, il duo è legato soprattutto dalla libertà espressiva per far si che la musica possa continuare a metterci a nudo, a non perdere la sincerità emotiva fondamentale per ottenere un manifesto sonoro, prima che un disco di tendenza. L’unico compromesso tra noi è di avere sempre la libertà di poterci esprimere come preferiamo. 

 

  1. Se doveste spiegare la vostra musica a qualcuno che non conosce nulla del vostro percorso, davvero vi sentireste di dire che “è semplice”? O è solo la superficie di qualcosa di molto più stratificato?

 

Diremmo che è semplice nel modo in cui si lascia ascoltare, non nel modo in cui nasce. È come una frase detta bene: sembra facile, ma dietro c’è attenzione, ritmo, scelta. La nostra musica parte da un impulso viscerale, da qualcosa che ci fa muovere senza pensarci troppo, ma poi entra in gioco tutto quello che siamo: le influenze, le esperienze, le notti nei club, i silenzi in studio. Quindi sì, in superficie può sembrare leggera, ma sotto c’è tutto il nostro mondo. La semplicità, per noi, è solo la forma più elegante della complessità.

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