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Dietro “A volte niente” c’è un progetto nato da legami profondi, mani che si intrecciano tra musica, famiglia e amicizia. Amanda Roberts è una giovane cantautrice che ha scelto di fare il suo debutto in modo totalmente indipendente, mettendo al centro autenticità, ascolto e lavoro di squadra. In questa intervista ci racconta cosa significa per lei mantenere il controllo creativo, fare rete sul territorio e scoprire, nel momento giusto, la forza di mettersi in gioco.

Il tuo progetto è totalmente indipendente, dalla produzione alla promozione. Quanto è stato importante per te mantenere il controllo creativo in ogni fase del processo?

Per me era fondamentale sentirmi libera di esprimermi musicalmente e artisticamente. Di essere autentica e sentirmi a mio agio nel lavorare con persone che mi conoscono e sanno come intrecciare i loro talenti con me in un progetto che prima di tutto doveva essere “casa”.
Fortunatamente ho con me un team di persone – soprattutto amici – che mi sostengono e mi aiutano a mettere in luce il mio piccolo mondo interiore. Ayoub Saqrane, Sara Bernasconi, Tommaso Michelini e Edwyn Roberts: figure preziose che, in ambiti diversi, danno forma a questa bellissima pazzia.

Sei cresciuta in un ambiente musicale ricco, ma hai scelto di debuttare solo ora, a 23 anni. Cosa ti ha spinto a farlo proprio adesso, con questo team e con questa canzone?

Ho sempre cantato, ma non avevo mai pensato di poter scrivere davvero musica. Circa due anni fa, dei ragazzi mi chiesero di lavorare come autrice per un progetto rap emergente di Cremona. Da lì è partito tutto: ho scoperto una parte di me nuova.
Poi ho conosciuto VagoXVII e Martina Bolzoni, che mi hanno semplicemente chiesto: “Hai mai pensato a un tuo progetto?”. È stato un allinearsi di fiducia, vite e consapevolezze. E così è nata “A volte niente”, scritta con persone magiche e con una naturalezza disarmante. Non poteva che essere lei il mio modo di dire: eccomi.

Il brano è stato costruito insieme a un gruppo di giovani professionisti locali. Quanto conta per te fare rete sul territorio, soprattutto in una scena come quella cremonese?

Per me il progetto era prima di tutto sincerità, non una strategia.
E farlo nella mia città, con persone che condividono il mio stesso spazio ma con esperienze diverse, ha dato al pezzo una forma che mi rende fiera. È una musica che nasce da radici comuni e cammini differenti, e proprio per questo ha senso.

Il brano è stato costruito insieme a un gruppo di giovani professionisti locali. Quanto conta
per te fare rete sul territorio, soprattutto in una scena come quella cremonese?

Per me il progetto era prima di tutto sincerità, pochi calcoli o strategie, e soprattutto la necessità di sentirmi
finalmente nel posto giusto. E scrivere musica, la propria musica, nella città in cui sei nata con altre
persone che hanno camminato per le tue stesse strade ma con un vissuto diverso, non poteva che
dare al progetto quelle sonorità che mi rende così fiera.

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